«Cosa c’è di più insopportabile dell’ipocrisia?». Gaetano Sciacca è ancora ingegnere capo del Genio civile, malgrado l’annuncio di una sua imminente sostituzione da parte del Governo siciliano. E dal suo osservatorio non può restare in silenzio. «Dicono che sono Cassandra? Non me ne frega niente –è il solito fiume in piena –di passare per uno che porta “scutra”. Deve accadere davvero la catastrofe prima che si possa intervenire?». Era ed è inevitabile associare il crollo di una delle campate del viadotto Petrulla, sulla Statale agrigentina 626 che collega Canicattì e Licata, alla situazione del viadotto Ritiro. «È la stessa precisa tipologia costruttiva – spiega Sciacca –, lo stesso scadente e ammalorato cemento armato precompresso, con qualche aggravante in più. Lì il crollo, che certamente avrebbe potuto conseguenze tragiche, è avvenuto comunque in un tratto di Statale in aperta campagna, ed è come se il viadotto collassato si fosse appoggiato sul terreno sottostante. Pensate invece all’altezza del viadotto Ritiro, alle case che ci stanno sotto. È da criminali non intervenire, io più che dirlo e urlarlo non so che fare». A questo punto, secondo Sciacca, non ci sono soluzioni alternative: quel tratto di tangenziale va immediatamente chiuso, a costo di interrompere il transito tra Messina e Palermo e di dirottare tutti i mezzi sulla Statale, con le prevedibili disastrose conseguenze sul piano viario, soprattutto nel periodo estivo. «Ma contano più la pubblica e privata incolumità, la vita delle persone, o i problemi dell’organizzazione viaria?». Sciacca se la prende con l’immobilismo e degli enti e delle istituzioni che avrebbero potuto e dovuto intervenire nel recente passato. «Dalla relazione del Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Messina sono trascorsi due anni, è mai possibile che non si sia fatto nulla tranne che procedere al restringimento della carreggiata, soluzione che era stata indicata in via esclusivamente temporanea per consentire l’immediata realizzazione della rampa alternativa e il successivo avvio dei lavori di messa in sicurezza del viadotto. Sembra che questo argomenti interessi solo il sottoscritto - prosegue l’ingegnere capo del Genio civile –, ma io non mi sono inventato nulla, è tutto scritto, tutto agli atti, parlano i risultati delle verifiche e le analisi degli esperti, i numeri non mentono ».