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Fuga di notizie, è l'ora degli interrogatori

E’ dagli interrogatori che il gip Maria Luisa Materia punta a ricavare ulteriori elementi nell’inchiesta sulle fughe di notizie e sulla rivelazione di segreti d’ufficio che ha investito Palazzo Piacentini. Interrogatori che dovranno esaurii entro dopodomani quando il giudice sentirà le tre persone finite ai domiciliari, gli investigatori privati Matteo Molonia ed Antonino brigandì e soprattutto  l’ex comandante del Nucleo Mobile della GdF, Francesco Giusti.  A meno che non decidessero di avvalersi della facoltà di non rispondere dovranno chiarire molti aspetti di una vicenda nata un po’ per caso nel luglio 2012 dopo una perquisizione in un appartamento alla ricerca di armi. A far insospettire gli investigatori i consigli che il maresciallo Giusti avrebbe dato ad una donna di far ricadere la responsabilità del possesso di alcune munizioni sul marito. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali consentirono ai Carabinieri di scoprire una rete di complici dei due investigatori privati, appartenenti alle forze dell’ordine. Così, secondo l’accusa, erano un maresciallo dei Carabinieri, uno della Guardia di Finanza ed un vicecommissario della Polizia a fornire informazioni riservate, con accessi non autorizzati nel sistema informatico Ced ma anche in altri sistemi che consentivano di rivelare a Colonia Brigandi non solo targhe  di autovetture ma anche informazioni sui conti correnti di privati cittadini sui quali i due investigatori indagavano, Il tutto per somme di denaro fra 100 e 150 euro e qualche regalia. In relazione al maresciallo delle Fiamme Gialle Giusti sono emerse anche altre responsabilità come l’appropriazione di parte della merce che sequestrava nel corso delle operazioni di servizio o addirittura arresti non autorizzato di spacciatori con l’ausilio di colleghi compiacenti. 

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