Dopo il botta e risposta tra l’amministrazione (che ha condotto uno studio secondo cui le tariffe di C&T sarebbero troppo alte) e la società (che ha contestato la valenza della ricerca), ieri è intervenuto il sindacato Orsa che rimprovera alla società la chiusura al confronto e il mancato rispetto di alcuni impegni. L’Orsa ribadisce la propria rappresentatività («unica organizzazione di lavoratori in grado fermare tutte le navi della flotta privata con uno sciopero partecipato al 100%») e punta il dito contro un tariffario «altissimo e deciso in modo unilaterale dagli armatori operanti nello Stretto che, stranamente, si allineano tutti sulle stesse tariffe», ricordando l’aumento deciso nel 2007 da Rfi e C&T e giustificato con l’aumento del costo del carburante. «Allora le compagnie ottennero anche un congruo taglio al costo del lavoro attraverso la limitazione delle tabelle d’armamento sottoscrivendo a loro volta l’impegno di assumere 75 unità a tempo indeterminato, 55 in RFI e 20 in Caronte&Tourist. I tagli furono attuati in tempi da record dalle due aziende ma le assunzioni ancora le aspettiamo ». L’Orsa stigmatizza «l’assenza di valida concorrenza con tariffe più basse» così che «l’utenza non ha alternative», ricordando però che «l’Antitrust ha avviato una procedura per verificare se esista un “cartello” tra pubblico e privato e se il costo dei biglietti sia esorbitante come a tanti appare». Riguardo ai nuovi orari Cartour, il sindacato rimarca come rispetto al passato sia aumentato del 26% il numero di mezzi in transito, fatto che dunque renderebbe maggiormente problematico l’afflusso in orari diurni (le 11 e le 15), sollecitando dunque l’amministrazione Accorinti ad intervenire per tutelare la città però «senza l’accondiscendenza reverenziale mostrata dalle precedenti Amministrazioni»