Un annoso problema che torna alla ribalta ogni volta che Messina piomba in crisi idrica o ci è vicino come concretamente si paventa da più parti. La disponibilità dell’acqua dell’Alcantara a un prezzo ragionevole e non a tariffe elevatissime. Da tanto tempo il comune di Messina non si approvvigiona da Sicilia acque spa essendo, tutto sommato sufficiente, la portata dell’ Fiumefreddo. Ma quando, come adesso, questa portata è in forte calo, l’integrazione da altre sorgenti si rende indispensabile anche in considerazione del fatto che nei mesi più caldi la richiesta del prezioso liquido è notevolmente maggiore. Il 25 per cento in meno del Fiumefreddo già da qualche settimana, costringe l’Amam a razionalizzare la distribuzione. Ne sanno qualcosa gli abitanti di determinati rioni e dei condomini più a monte che spesso si ritrovano con i rubinetti a secco. Altri, magari non provvisti di autoclav, sono costretti a levataccie per rifornirsi di acqua in quelle ore in cui viene effettuata la distribuzione. 220 litri in meno al secondo non sono pochi, sui 1000 circa che il fiumefreddo invia mediamente verso i serbatoi della rete comunale. Fortunatamente tiene bene la sorgente della Santissima che assicura poco più di 200 litri al secondo. Mercoledì al massimo i dirigenti dell’Amam saranno a Fiumefreddo per capire se è possibile tornare sui livelli standard. Domani, invece, senza perdere ulteriore tempo, l’assessore comunale Daniele ialacqua si precipiterà a Palermo per tentare di sbloccare la vecchia questione Alcantara. Nella sede dell’assessorato regionale all’acqua chiederà che Siciliacque spa torni in mani pubbliche e che la tariffa venga da subito ridotta. “Il Fiumefreddo potrebbe essere la risposta a breve per attenuare la crisi idrica di questi giorni ma non basta, l'acqua c'è, è quella dell'Alcantara, ed è assurdo non poterla usare”. Ha detto ieri in una nota l’esponente della giunta comunale.
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