La sintesi delle singole posizioni del gruppo consiliare dell’Udc la fa il presidente nazionale del partito Gianpiero D’Alia. E l’atmosfera dentro l’aula di Palazzo zanca, dove si svolge la conferenza stampa, è quella dei grandi avvenimenti politici, se ad essere presenti sono anche il presidente dell’ars Giovanni Ardizzone, gli ex assessori Pietro Alibrandi e Giorgio Muscolino, e numerosi esponenti messinesi dello scudo crociato. Un segnale inequivocabile che l’argomento trattato oggi, la proposta di adozione del registro delle unioni civili avanzata dall’amministrazione Accorinti, è di quelli destinate ad aprire lunghi dibattiti, ma anche polemiche, di cui si è già avuto un assaggio stamattina. Uno ad uno, il capogruppo Mario Rizzo e i consiglieri Franco Mondello, Andrea Consolo, Libero Gioveni, Maria Perrone e Carmelina David, hanno tentato di evidenziare l’assoluta laicità del loro dissenso, giustificandolo con la mancanza di una normativa nazionale che dia vigore al regolamento, col la necessità di non creare illusioni in chi vorrebbe usufruire delle agevolazioni o godere dei diritti che invece l’iscrizione al registro non potrebbe comunque garantire. E quindi l’affondo di ognuno di loro sulla mancanza di concretezza dell’amministrazione comunale su tutti i campi del welfare e in particolare sulla tutela dei diritti delle famiglie più disagiate, senza lavoro, senza casa, impossibilitate a pagare le tasse, ma anche a cui non vengono forniti servizi pubblici come gli asili nido. Insomma, l’udc si chiede a che giovi approvare il registro delle unioni civili che non è neanche previsto dalla legge. Sembra – dice- Mario Rizzo- il tentativo di questa giunta di catturare le simpatie politiche di una frangia di cittadini. Quella che lei definisce frangia di cittadini- gli risponde a muso duro il presidente provinciale dell’arcigay Rosario Duca, se si riferisce al popolo lgbt, corrisponde all’8% della popolazione messine, ma siamo molti di più perché ci sono degli eterosessuali che vorrebbero costruire delle coppie di fatto senza per forza sposarsi.
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