E’ un Accorinti, con la voce tremante quello che legge la dedica del cero alla Madonna di Montalto. Nessuna uscita fuori dal protocollo e polemiche smorzate come candele a chiudere una fase assai concitata di botta e risposta su chi dovesse o potesse comprare il cero da 80 euro che da quasi tre secoli la città offre alla Vergine che salvò Messina dalla peste.L’unica uscita non convenzionale se la può permettere solo padre Lorenzo che saluta il Sindaco alla sua prima uscita a Montalto notando come i colori della sua maglietta ricordano quelli di Maria.
In prima fila ci sono anche la presidente del Consiglio Barrile e poi altri consiglieri Paolo David che ha polemizzato per la mancanza di servizi durante i festeggiamenti del 12 giugno, Giuseppe Santalco , il vice presidente Interdonato e non può mancare Libero Gioveni che la querelle sul fatto che il comune non si potesse permettere il cero l’aveva accesa. Oggi però nessuno ha voglia di alimentare nuovi scontri. Per tutti l’importante è che oggi quel cero di 25 libbre sia al suo posto, anche se poi a comprarlo sia stato non personalmente il sindaco o Palazzo Zanca che ha la cassa chiusa dalla Corte dei Conti, ma che l’abbia fatto un anonimo.
Era il 1743 quando Messina si affidò alla Madonna di Montalto per fermare quella peste che aveva già fatto 40 000 vittime. Adesso, dopo 271 anni, di cosa ha bisogno la città?
A fine cerimonia dopo il volo della colomba è stata scoperta e benedetta la statua di S. Giovanni Paolo II, realizzata dai Fratelli Currò, maestranze messinesi, in occasione del 25° anniversario della visita a Messina del Santo che si affaccio da quella terrazza dicendo “Avete un panorama molto bello”. E almeno questo non ce lo toglierà nessuno.