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Cinque dipendenti Atm condannati per truffa

Cinque dipendenti dell’Atm sono stati condannati dal tribunale in composizione monocratica – giudice il dott. Massimiliano Micali –per truffa aggravata nei confronti del datore di lavoro. I fatti risalgono al 12 agosto 2012: secondo quanto emerso in dibattimento, gli imputati (Salvatore Mangano, Nunzio Romeo, Giovanni Cangemi, Graziana Romeo e Tiziana Biondo), tutti addetti alle pulizie delle vetture del tram, durante un controllo, protrattosi dalle ore 0,25 alle ore 1,45 ed effettuato dall’allora addetto alla sicurezza dell’Atm Ettore Sciacca, non sarebbero stati trovati sul posto di lavoro. Il controllo era stato eseguito in quanto nei mesi immediatamente precedenti i conducenti del tram si erano lamentati per aver trovato frequentemente le vetture sporche. L’Azienda, nell’immediatezza, aveva provveduto alla denunzia degli addetti alla pulizia del tram, i quali alla fine del turno si erano presentati all’addetto alla portineria, depositando i relativi fogli-firma e sostenendo, quindi, di aver svolto regolarmente il proprio turno di lavoro. Alle contestazioni dell’azienda, i cinque avevano originariamente replicato con giustificazioni che sono state ritenute aleatorie –sia dalla pubblica accusa rappresentata dal pm Annalisa Arena, che dall’avvocato dell’azienda, Vittorio Di Pietro che l’ha rappresentata quale parte civile – asserendo che in effetti si erano tutti assentati, dalle ore 0,15 alle ore 1,40, per accompagnare una dipendente che aveva avuto un malore durante lo svolgimento dell’attività lavorativa (e che, comunque, non aveva mai provveduto a produrre idonea certificazione medica) e per portare a casa della stessa la sua autovettura. Secondo quanto riferito, due di loro avrebbero accompagnato la donna, mentre gli altri due avrebbero provveduto a riportarle a casa la vettura.

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