Precario o prossimo tale? Flash mob nazionale, camici appesi alle grucce e valigie al seguito, i giovani medici neolaureati, specializzandi e specialisti precari uniscono le forze per “svoltare” (come scrivono loro stessi) la sanità, e ottenere dal governo le condizioni per espletare dignitosamente la professione. La mobilitazione è stata preceduta dalla pubblicazione delle “prescrizioni” su come curare le “patologie” del sistema sanitario nazionale e su come investire sulle risorse più preziose, cioè quelle umane. La lunghissima lista di richieste comprende un’adeguata programmazione del fabbisogno di medici e di specialisti e di altri professionisti sanitari; l’accesso alle facoltà di Medicina e Chirurgia basato su numero programmato e criteri oggettivi, trasparenti e meritocratici; lo stanziamento di fondi per la formazione post-laurea e l’indizione del concorso di accesso alle scuole di specializzazione in tempi rapidi e certi. I giovani specializzandii, inoltre, non vogliono più essere utilizzati come “tappabuchi” delle carenze di organico, ma anzi pretendono lo sblocco del turn-over e la stabilizzazione, oltre al conferimento di maggiori responsabilità con l’ introduzione di un sistema di progressione della carriera non più fondato sul criterio dell’anzianità di servizio, bensì su merito e produttività. Per i giovani medici è importante anche la compartecipazione alla definizione delle politiche professionali e previdenziali. Ai problemi del resto del Paese, in Sicilia, inoltre, si aggiunge il mancato reperimento di risorse per gli specializzandi a contratto regionale. Per l’associazione italiana giovani medici è importante non far scemare l’attenzione su tutte queste problematiche anche attraverso la mobilitazione on line. Per abbattere le distanze, su Facebook e Twitter al via i vari hashtag #svoltiAMOlaSANITÀ, #ilsuopostononèqui e #medicisenzafuturo.