A Palazzo Zanca, nel pomeriggio, si è presentata l’assessore regionale al Territorio eAmbiente Maria Rita Sgarlata. Una visita a sorpresa, non ufficiale, ma durante la quale la componente dell’esecutivo regionale ha di fatto partecipato a una seduta di giunta comunale allargata (c’erano quasi tutti gli assessori, mancava solo Gaetano Cacciola, assente giustificato per impegni pregressi), affrontando temi di grande rilievo per il futuro della città. «La discussione si è ampliata dal Piano regolatore –commenta il sindaco Renato Accorinti – al Parco dei Peloritani, dalla Foresta di Camaro alla messa in sicurezza del territorio, ci siamo dati anche scadenze precise, con l’assessore Sgarlata c’è un rapporto personale molto forte ma è sul piano politico che noi vogliamo interloquire, dimostrando alla Regione di avere idee chiare, progetti immediatamente finanziabili, la voglia di riqualificare il nostro territorio e nello stesso tempo di rilanciare l’economia». Ma nella stessa giornata, da Palermo, sono arrivati segnali tutt’altro che positivi. Nell’ambito della “manovrina” finanziaria predisposta dalla Regione, si è decisa la decurtazione (improvvisa e immotivata) dei fondi destinati al risanamento delle aree degradate di Messina. Le somme che erano state stanziate qualche mese fa, grazie all’impegno condotto in prima persona dall’ex assessore alle Infrastrutture il messinese Nino Bartolotta, si aggiravano intorno ai 10 milioni di euro. Il “taglio” sottrae alla nostra città 3 milioni 400 mila euro. Sembra poco e rischia di essere, invece, un colpo letale alle speranze di rilancio dei progetti del risanamento, in particolare quelli riguardanti l’eliminazione della baraccopoli di Fondo Fucile, la demolizione delle palazzine pericolanti del complesso Casa Nostra e la realizzazione di un parco urbano sulla collina di Tremonti. La giunta comunale ha chiesto le ragioni di questa decisione all’assessore Sgarlata, che si è detta pronta a farsi portavoce delle esigenze di Messina nei confronti del presidente della Regione.
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