Il “ricorso dei 59 voti”sulle amministrative del 2013 che misero in sella il sindaco scalzo Renato Accorinti e videro la sconfitta di misura per Felice Calabrò, di 59 voti appunto, è stato discusso a lungo ieri mattina davanti al Cga di Palermo. Ma non c’è stata nessuna decisione, il collegio presieduto dal giudice amministrativo Marco Lipari si è, come si dice in gergo, riservata la decisione. Il relatore, ovvero l’estensore della futura sentenza sarà il magistrato Silvia La Guardia, ma secondo le previsioni passeranno almeno un paio di settimane per capire se sarà necessario riaprire le buste elettorali del 2013 e riesaminare i verbali in prima battuta e poi, se dai verbali non si capirà granché, passare eventualmente alle schede. La cosiddetta “verificazione del voto” è quello che chiedono come prima istanza i ricorrenti Giovanni Cocivera, Alessia Currò e Giovanna Venuti, in un atto che è lungo ben 62 pagine e esamina una serie di anomalie che si sarebbero verificate nel corso delle consultazioni per la sindacatura. Ma c’è un secondo ricorso nell’interesse di altre tre persone, Eleonora Falduto, Giovanni Smedile e Rita Todaro, che di pagine ne ha invece 32. A spiegare le loro ragioni davanti ai giudici è stato ieri l’avvocato amministrativista messinese Silvano Martella, mentre hanno preso poi la parola l’avvocato Arturo Merlo per contro del Comune di Messina e l’Avvocatura dello Stato che rappresentata l’Ufficio elettorale.
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