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Pace, diffida della Provincia a Messinambiente

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La diffida inviata a Messinambiente dagli uffici della provincia, ed inoltrata per prassi anche alla procura della Repubblica, concede  alla società mista 30 giorni di tempo per ripristinare il corretto deposito dei   rifiuti nel sito destinato a ricevere l’indifferenziata in attesa di essere trasferita in discarica, per evitare danni ambientali che potrebbero essere provocati dalla mancata separazione dell’immondizia, accatastata, invece, fino a  qualche giorno fa nella cosiddetta area di “messa in riserva” a Pace, autorizzata solo al recupero del vetro. La nota segue il sopralluogo dei responsabili  dell’arpa e della stessa provincia del 9 maggio scorso, mentre erano ancora in corso i lavori concordati durante la conferenza dei servizi del 29 aprile per adeguare la piattaforma di trasferenza alla normativa.  Gli interventi si erano resi necessari dopo l’emanazione della tanto discussa ordinanza del sindaco Accorinti che, durante uno degli innumerevoli periodi di emergenza dovuta alle chiusura della discarica, autorizzò lo stoccaggio dei rifiuti a terra a Pace in attesa del loro recupero con i camion. Ne era scaturita anche una polemica con  il presidente  del consiglio comunale Emilia Barrile la quale affermò che si tentava di regolamentare l’utilizzo irregolare ed abituale della stessa piattaforma senza però i legittimi presupposti, compreso il principio di tutela della salute e dell’igiene pubblica. I lavori di messa a norma, già costati circa 25 mila euro, comprendevano la sostituzione della  pavimentazione e del serbatoio e la realizzazione di una tettoia antipioggia, che ad oggi  è l’unica cosa non ancora pronta. La piattaforma, infatti,   è già a regime da un paio di giorni, quindi la scadenza intimata dalla provincia sarà rispettata, come ha confermato l’ing. Roberto Lisi,  il quale ha anche assicurato che è in partenza la comunicazione ufficiale. Sui rischi ambientali del deposito temporaneo dei rifiuti a Pace numerosi dubbi  erano stati   sollevati nei mesi scorsi dal segretario provinciale dei verdi Raffaella Spadaro e ancora di più dall’esponente del wwf Anna Giordano aveva sollecitato l’attenzione della magistratura.

 

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