E’ il segno di una crisi che non accenna ad allentare la sua morsa. E così sempre più spesso non solo criminali incalliti ma anche incensurati, persone in difficoltà economiche, che hanno perso il lavoro o non lo hanno mai avuto impugnano le armi e s’improvvisano rapinatori. Può essere una delle chiavi di lettura per spiegare l’aumento di rapine in città, un’ascesa preoccupante anche perché, come detto, non trattandosi di professionisti, o comunque di persone esperte, il rischio che una richiesta di denaro possa trasformarsi in tragedia è realtà. E’ quanto stava accadendo sabato sera al distributore ENI di via Catania dove due banditi armati hanno intimato al benzinaio la consegna dell’incasso. All’accenno di reazione della vittima il malvivente, preso dal panico, gli ha esploso contro un colpo di pistola ferendolo ad una gamba. E altrettanto ad alto rischio può dirsi il colpo messo a segno ieri mattina in una pasticceria nei pressi di via La Farina. Erano addirittura in quattro i banditi che hanno fatto irruzione intorno alle 13 quando l’esercizio era pieno di clienti compresi alcuni bambini. Anche in questo caso hanno brandito una pistola puntandola contro il titolare per fuggire poi con una Fiat Uno verde. La stessa usata probabilmente per la rapina messa a segno venerdì sera alla farmacia Crimi di via Pietro Castelli. L’ennesimo colpo ai danni di una farmacia che ha fatto scattare la protesta di Federfarma ed Ordine dei farmacisti che hanno già avuto un incontro con il prefetto Trotta e a breve ne chiederanno uno al ministro degli Interni Angelino Alfano. “Non si può andare avanti così al ritmo di una rapina al giorno” ha detto il segretario provinciale di Federfarma Giovanni Crimi che invoca una maggior collaborazione con le forze dell’ordine. Ed i farmacisti pensano già alla serrata, una forma di protesta per attirare l’attenzione delle istituzioni su una piaga, quelle delle rapine, che non solo non guarisce ma sembra aggravarsi sempre più.
Caricamento commenti
Commenta la notizia