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Capo Peloro ripulito, ma l’amianto è ancora lì

  Le due Legambiente, cittadina e dei Peloritani, supportate dal Comune con MessinAmbiente e dalla Capitaneria di porto con una motovedetta, hanno battuto, nel loro stile, un primo colpo di civiltà. Materiale e morale. Uno sforzo non indifferente quello compiuto sotto il vento e a tratti la pioggia, fin dalle 9 del mattino da una quarantina di volontari delle due associazioni, cui si sono aggiunti una squadra della Spa dei rifiuti con due automezzi, il Club Sommozzatori (che, alla fine, visto il meteo, non ha operato) e qualche rappresentante del 6. Quartiere e di “Cambiamo Messina dal basso”. È stata una giornata di duro lavoro, nell’auspicio che le pulizie ordinarie di MessinAmbiente decollino davvero, e che aprano quei cantieri di servizio, per spiagge e verde pubblico, attesi dall’anno scorso e, da ultimo, dati per certi dall’1 maggio. Non v’è dubbio, intanto, che operazioni come queste suppliscono almeno un po’ al ritardo nei servizi ordinari ed hanno uno straordinario valore educativo. Purtroppo nello stesso contesto di Capo Peloro, a poche di decine di metri dall’area delle pulizie, giacevano ancora, a terra e nel verde, alcuni pannelli d’eternit e l’immancabile serbatoio dello stesso pericoloso cemento- amianto: materiale parte rotto e parte in disfacimento, a cielo aperto col pericolo che qualche bambino lo tocchi, senza che a nessuno sia stato ancora dato l’incarico di portarlo via. Sconcertante che dopo le denunce fotografiche della “Gazzetta del Sud”, tra marzo e aprile, in merito a discariche d’eternit sul demanio (una nel “verde dunale” comunale) ai primi di giugno, si debba ancora attendere. È vero che la tremenda inciviltà dell’eternit abbandonato dovunque, perfino sui marciapiedi, ha a Messina così tanti praticanti che, per il Comune, intervenire in tempo reale non è facile.

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