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Caso Termini, si lavora a 360 gradi

Il primo pensiero è andato alla vicenda delle partecipate. Al lavoro che Leonardo Termini sta effettuando come esperto a titolo gratuito del Comune, per verificare i conti di Messinambiente, Atm, Ato3, ora anche Amam. La matrice del grave atto intimidatorio che il commercialista ha subito nella notte tra venerdi e sabato potrebbe essere politica. Potrebbe, in sostanza, trattarsi di un gesto politico, di un segnale da inviare a chi sta tentando di fare chiarezza nei bilanci delle partecipate.

Ma non è certo l’unica pista che si sta seguendo. Ci sono anche altre ipotesi in ballo, legate all’attività professionale di Termini e a vicende sganciate dal suo ruolo all’interno del Comune. Polizia e Carabinieri non hanno escluso alcuna ipotesi. Stanno cercando di far luce su un episodio che ha comunque segnato in modo forte il fine settimana. E che purtroppo non è il primo atto intimidatorio che coinvolge persone legate all’amministrazione comunale. Due mesi fa una telefonata minatoria era arrivata all’assessore Cacciola, gli squali ti seguono il messaggio. Adesso c’è questo nuovo episodio, sul quale si sta tentando di far luce. 

L’auto di Leonardo Termini è ancora parcheggiata in via Pascoli, a due passi dal suo studio. Completamente bruciata. Qualcuno ha appiccato l’incendio intorno alle 23 di venerdi sera. Puntuali sono arrivate le attestazioni di solidarietà dell’amministrazione con in testa il sindaco Accorinti e del presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, ma anche dai rappresentanti o ex rappresentanti delle partecipate, da Inastasi dell’Amam a Di Maria, già commissario liquidatore Messinambiente.

Cosa ci sia dietro questo episodio non è ancora chiaro. Di sicuro la città e i rappresentanti istituzionali si sono stretti attorno a Leonardo Termini. 

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