Dopo circa settanta giorni si è concluso il tempo a disposizione delle micro e piccole imprese di Messina e Barcellona per presentare le istanze di accesso alla Zona Franca Urbana. Sono aree alle quali la regione siciliana ed il governo hanno deciso di attribuire mezzi eccezionali per la rivitalizzazione economica. Viene accordato un regime di esonero contributivo e fiscale a tutte quelle aziende che abbiano sino ad un massimo di 50 dipendenti.
Le agevolazioni che potevano essere richieste avevano un tetto massimo di 200 mila euro e prevedono un ‘esenzione totale totale per i primi 5 anni e poi parziale per successivi dieci, da imposte sui redditi (Irpef – Irap – Ires), dall’imposta regionale sulle attività produttive, dalla Tasi. Previsto anche un esonero dal versamento dei contributi delle retribuzioni da lavoro dipendente. Il plafond a disposizione delle due zone della provincia era di 25 milioni di euro. Circa sedici in città e 9 a Barcellona. Non essendo stata creata una graduatoria, in realtà, tutti coloro che avranno presentato una domanda di accesso agli sgravi inappuntabile, riceveranno le facilitazioni. Questo vuol dire che i 25 milioni dovranno essere divisi fra tutte le aziende delle due aree. Ciò significa che anche se le imprese hanno chiesto 200 mila euro, riceveranno solo una percentuale delle esigenze perché la contribuzione a pioggia prenderà in considerazione tutti e ma in quota parte.
A Messina – ma i dati sono aggiornati al 20 maggio quindi ancora con 72 ore di tempo per poterne presentare ancora – sono 420 le istanze acquisite dal Ministero dello sviluppo economico. La somma richiesta dalle micro e piccole aziende della area che va dalla zona falcata a Tremestieri lungo la fascia litoranea è di 75 milioni di euro a fronte, come dicevamo, di sedici di disponibilità. Questo naturalmente abbasserà la soglia degli sgravi per ciascuna azienda. L’importo medio dovrebbe aggirarsi intorno ai 38 mila euro che è meglio di nulla ma è anche sicuramente molto meno delle attese. Il comune di Messina aveva riservato il 10% della somma alle aziende femminili e le domande presentate sono il 13 %, e poi il 20 % per quelle di nuova costituzione e all’appello ne risulta il 21%.
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