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Genovese: sono entrato
in cella a testa alta

  Ha trascorso la prima notte in carcere in una cella singola del centro clinico di Gazzi, Francantonio Genovese. In realtà è una stanza “tre metri per tre” con il letto, un tavolino, una sedia, un armadio, la tv. C’è anche il bagno con doccia. È stata una notte «serena». Ieri mattina invece il primo appuntamento per il parlamentare del Pd è stato quello della colazione, intorno alle 7.30, con i tempi adesso scanditi anche dal pranzo intorno a mezzogiorno e la cena, poco prima delle sei del pomeriggio. Ha avuto anche un lungo e molto cordiale colloquio con il cappellano del carcere. Fino a quando non sarà sentito dal gip Giovanni De Marco per l’interrogatorio di garanzia, cosa che avverrà sempre in carcere questa mattina a partire delle 9.30, Genovese non potrà vedere nessuno ad eccezione dei suoi legali. Ieri mattina c’è andato l’avvocato Nino Favazzo, che ha riportato una dichiarazione molto netta ricevuta del suo assistito nel corso del colloquio: «Entro a testa alta in carcere perché ho fatto quello che dovevo fare, nel rispetto massimo delle istituzioni », ha detto Genovese. Il parlamentare del Pd è arrivato in carcere intorno alle nove della sera di giovedì, dopo essere rientrato in volo da Roma durante la votazione sulla sua richiesta d’arresto. Ha appreso in volo dei 371 “sì” con cui la Camera riunita in seduta “glaciale” ha acconsentito alla richiesta della Procura di Messina. L’avvocato Favazzo si è detto anche convinto che «un cittadino comune non sarebbe stato arrestato», e che «Genovese paga per essere un deputato e per la campagna contro la politica », sostenendo l’esistenza del fumus persecutionis. «E la dimostrazione – ha anche aggiunto il legale –, è che i correi nell’inchiesta sono ai domiciliari o liberi». Questa mattina quindi sarà la lunga giornata dell’interrogatorio di garanzia, al quale - così come ha anticipato ieri il suo legale - Genovese non si vuole affatto sottrarre facendo scena muta ma rispondendo a tutte le domande, sia a quelle del gip che a quelle dei magistrati della Procura che ne hanno chiesto l’arresto.

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