E’ più di una tirata d’orecchie quella che è arrivata dalla Corte dei conti sul bilancio consuntivo del 2012 del comune di Messina. L’organo di giustizia contabile ha urlato in faccia a Palazzo Zanca che la gestione finanziaria dell’ente, per quegli’anni con l’amministrazione Buzzanca e il commissariamento Croce, sia stata assolutamente insufficiente. Adesso bisogna rimettersi a studiare per farsi trovare pronti per gli esami di riparazione, che non sarà facile superare. Le materie più dure da mandare giù sono quelle delle partecipate.
Dai rilievi dei magistrati contabili si evince come anche nei bilanci della società di servizi del comune vi siano dei residui attivi che attivi non possono essere più perché inesigibili. Questo rischia di rendere il documento disallineato con la realtà e soprattutto cerchiato di rosso dalla Corte dei Conti. I bilanci dell’Atm non sono stati approvati dal consiglio dal lontano 200. L’ato pur in regime di liquidazione ha assunto oneri per 29 milioni di euro, mentre Amam e Atm hanno crediti nei confronti del comune per 19 milioni di euro e poi per tornare al Comune la corte dei conti ha sottolineato la consistenza massa dei debiti fuori bilancio, gran parte dei quali , 117 milioni di euro senza copertura finanziaria.
Oggi il consiglio comunale ha voluto fare il primo passo verso la normalizzazione presentando, primo firmatario Giuseppe Santalco, un atto di indirizzo che impegni l’amministrazione attuale a seguire le indicazioni della Corte dei Conti fintanto che non abbia presentato i chiarimenti richiesti e soprattutto impegni Accorinti, i suoi assessori e i dirigenti a eliminare le tante criticità.