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Il caso del meticcio:
«Millemusi non è canile
sanitario»

     La Lega nazionale per la difesa del cane interviene sulla vicenda del meticcio soccorso e salvato dai medici di una clinica privata. Il presidente Ina Merenda non accetta «un attacco che lascia sbigottiti anche perché giunge da persona al corrente della situazione del canile». Il riferimento è al comandante del Nucleo decoro della polizia municipale, Biagio Santagati, che ha seguito in prima persona il caso della cagnetta moribonda e in procinto di partorire. «Il canile Millemusi ospita oltre 400 cani in uno spazio omologato per 340, tanto che più volte l’Asp ha inviato lettere di diffida. Nonostante ciò, negli ultimi due mesi sono stati ricoverati dal Comune 37 cani. Il nostro non è un canile sanitario, pur avendo un veterinario e una sala operatoria, non può affrontare tutti gli interventi». Nel caso in questione, la signora Merenda aggiunge che «è stato richiesto il ricovero di una cagnetta incinta senz’altra motivazione. Già far partorire in un canile sovraffollato un cane è un rischio notevole, a maggior ragione se i problemi sono più grandi. È competenza dell’Asp decidere in quale struttura debba essere ricoverato un animale bisognoso di cure specifiche». Quanto ai pagamenti del Comune, «ancora oggi dobbiamo ricevere le spettanze di gennaio, febbraio e marzo. Il comandante del Nucleo decoro avrebbe dovuto attivarsi senza polemiche e senza denigrare lavoro di operai, volontari e dirigenti».

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