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Nuovo look per l’area archeologica di Ritiro

  Basterebbe poco per dare completa dignità all’archeologica di Ritiro, adibirla a “luogo di storia” come meriterebbe e farla divenire attrazione per i turisti. Forse anche solo attuare il progetto di conservazione, fruizione e gestione del sito redatto da Giusy Vinci, Sebastiano Mazzeo, Girolamo Giglio, Mauro Scarcella Perino, Maria Teresa Fucile e Francesco Mangano. La proposta prevede la realizzazione di un percorso che quasi “re - cinta” internamente i resti del monastero di Santa Maria del Gesù Superiore. «In pratica si tratta di tracciare un nuovo limite oltre all’attuale recinzione che separa la zona dal viale Giostra – ha spiegato Perino –, consegnando forza perentoria alle ricchezze custodite ». Dunque nessuno stravolgimento dello stato dei luoghi, ma interventi mirati. L’at - tuale recinzione metallica, poco sicura e in parte ammalorata, verrebbe rimossa con la successiva edificazione di un muro a definire il perimetro e preservare l’area da intrusioni e atti vandalici. L’ingresso mantenuto ad est per ragioni funzionali e di sicurezza, mentre nello spazio pianeggiante limitrofo all’ac - cesso si prevede la collocazione delle strutture leggere che ospiteranno i servizi necessari, quali front-office e punto gadgets, wc e spazio espositivo dedicato alle espressioni artistico-culturali di Antonello da Messina, anche attraverso l’allestimento di una sala multimediale. Cis, vetro, ferro e legno lamellare combinati servirebbero ad ornare i vari ambienti, indipendenti ma collegati orizzontalmente da una piastra e dalla copertura. I tre corpi di fabbrica inglobati nella parte superiore da una copertura- giardino che ha la sua conclusione verticale e statica nei pilastri in acciaio agganciati alla piastra di attacco a terra, mascherati da colonne circolari in materiale resinato. Lo smaltimento delle acque meteoriche si otterrebbe mediante grondaia e pluviali situati nel manto di copertura, la vista dall’alto permetterebbe di leggere uno spazio verde ritagliato tra le rovine antiche. Faretti posti a confine in punti strategici sono mirati a valorizzare alcuni elementi rilevanti, quali il pozzo, e garantire la sicurezza anche attraverso l’installazione di telecamere a circuito chiuso. «Da una parte, dunque, uno sviluppo remunerativo per il sito, legato all’afflusso previsto per visitare l’area, dall’altra la garanzia del rispetto dei profili architettonici », ha aggiunto Perino. Il progetto ha già ottenuto parere positivo dalla Curia, proprietaria dell’area, e della Soprintendenza ai beni culturali. Ora si attende la pubblicazione di un bando di concorso europeo le cui linee guida possano essere associate alla “missione” dell’elaborato. Circa 1,2 milioni il costo per potere portare a termine il piano. Intanto, l’area continua ad essere custodita e difesa dai volontari della “Trapper”, cooperativa che dal 2011 l’ha adottata. Anche ieri, spazio agli interventi di decespugliazione.

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