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«Io, vedova, abbandonata dalle istituzioni»

  Toccante, durante la trasmissione televisiva di Rtp condotta da Saro Pasciuto, la testimonianza di Cettina D’Agostino, la vedova di Luccio Sciliberto. «Ero una donna felice, moglie di un uomo meraviglioso e madre di due figli, l’alluvione mi ha portato via tutto». Il fiume di fango che ha sventrato anche Altolia, oltre a Giampilieri, ha inghiottito il corpo del marito, mai più ritrovato, ha distrutto in pochi istanti il diritto alla felicità. E si è portato via anche la casa, semidistrutta e dichiarata inagibile. Ma ai giorni del lutto e della disperazione è seguita un’altrettanto tragica odissea, quella delle promesse non mantenute, degli impegni traditi, della burocrazia pachidermica e ottusa. «Dopo quattro anni e mezzo –ha detto con le lacrime agli occhi – mi hanno lasciato in mezzo a una strada, con due figli da crescere, senza nulla in mano. Ho perso tutto, l’attività commerciale che avevamo avviato insieme con mio marito e la casa. Dopo la fase iniziale di sostegno per la sistemazione autonoma, sono cessati i contributi. Pago un affitto di 350 euro al mese per una casetta a Contesse, mentre i fondi stanziati per le famiglie più colpite dal disastro restano in banca, senza che nessuno li sblocchi, che nessuno mi dica a chi rivolgermi. Hanno fatto le opere di messa in sicurezza, ma alle persone come me, che hanno perduto gli affetti più cari e ogni cosa, non hanno pensato ».

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