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Il Comune di Messina
ha 350 milioni di debiti

«Gravissimi squilibri economico- finanziari». E poi «violazione di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione finanziaria ». E ancora una «condizione patologica di precarietà e di assoluta sciatteria che ha reso nulla la governance dell’ente». Sono pesantissime le parole utilizzate nella delibera della Corte dei conti depositata mercoledì e recapitata ieri a Palazzo Zanca. Ancor più pesante la mazzata conseguente inferta dai magistrati Maurizio Graffeo e Gioacchino Alessandro. I quali hanno disposto che il Comune «provveda alla sospensione dei programmi di spesa non obbligatori ed indispensabili fino alla concorrenza pari al disavanzo accertato al 31 dicembre 2012» e che «sia preclusa l’assunzione di impegni ed il pagamento di spese per servizi diversi da quelli dovuti per legge». Una stangata, formalmente legata al Consuntivo 2012 (anno di gestione Buzzanca-Croce) ma che riguarda l’intera gestione economico-finanziaria del Comune. E pone l’amministrazione Accorinti di fronte alla strada obbligata del rigore, già imposta negli anni scorsi a tutti i predecessori.

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