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Corrado, il papà supereroe che vivrà nel cuore dei suoi bimbi

  Si erano conosciuti, il 5 maggio del 2005, lui di Longi, lei di S. Salvatore di Fitalia, ma il destino ha voluto che l’immensa gioia legata a quel giorno si trasformasse in uno sconfinato dolore. Quella è infatti la data che nove anni dopo ha segnato la fine dell’esistenza terrena di Corrado Lazzara, un papà che viveva per i figli, un marito innamorato e felice, di cui la moglie Sonia ricorda ogni gesto e ogni parola: «Diceva sempre che aveva due cuori, il mio e il suo. Io ero la sua regina, e non c’era cosa più bella che vederlo giocare con i nostri bambini. Stavamo finendo di costruire la nostra casa a Longi, ma non abbiamo avuto il tempo di goderci nulla, se non questi nove anni passati insieme ». E tra i ricordi più forti c’è ora quel giorno del 2005, poco dopo il primo incontro, in cui Corrado le propose di iscriversi all’Aido, per diventare ufficialmente donatori di organi: «Mi disse che dovevamo fare qualcosa d’im - portante. Non è stato un gesto compiuto senza riflettere, o magari senza pensare che un giorno sarebbe potuto servire davvero. Anzi, io mi sono anche un po’ spaventata, ma poi riflettendoci ho accettato. E ora è grazie a questo che il suo cuore potrà battere ancora». Quell’impegno, quella volontà, quell’unico modo che abbiamo per trasformare la morte in vita è ora fonte di coraggio per questa mamma rimasta sola coi suoi bimbi: «A loro ho detto che papà è ancora in ospedale, spiegherò quando io stessa riuscirò a capire». «Non volevo nemmeno ricordare l’iscrizione all’Aido – racconta Sonia – anzi ci aggrappavamo alla speranza della debole attività cerebrale e al battito cardiaco».

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