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Messina fa spazio ad
altri 120 disperati

 Otto giorni di navigazione; 1500 euro il prezzo pagato per attraversare il canale di Sicilia a bordo di un’imbarcazione le cui dimensioni non raggiungono neanche quelle di una delle scialuppe dei “grattacieli del mare”. Lo scafo di un mercantile della Marina è stata la loro ancora di salvezza. Prelevati dalla carretta salpata da uno dei porti dell’Egitto usati come “base” dagli scafisti, hanno raggiunto il porto di Catania ed una parte di essi, 120, sono stati trasportati al Centro di prima accoglienza di Messina. Il “copione”, purtroppo, è sempre lo stesso, ma coloro che ne sono protagonisti, sono tutto fuorché attori. Tra i migranti giunti ieri pomeriggio in città, oltre il 90% proviene dalla Siria, la restante parte dall’Egit - to e dal Sudan. Tra loro anche 38 bambini accompagnati, ovvero con entrambi o con uno solo dei genitori. I minori non accompagnati sono stati trattenuti direttamente dalla Questura di Catania, e sarà quindi il Comune etneo a doversi occupare della loro sistemazione. L’ultimo arrivo impone un nuovo aggiornamento, l’ennesimo (e non certo l’ulti - mo), delle presenze all’interno della struttura sportiva: poco meno di 400 i richiedenti asilo, 250 sistemati nei posti disponibili nelle tende, circa 150 nel palasport. Tale cifra è però destinata ad essere assolutamente provvisoria, non solo perché a breve non sono da escludere trasferimenti dei “vecchi arrivati”, ma soprattutto perché considerata la principale nazione di provenienza dei richiedenti asilo, la Siria, è quasi certo il loro allontanamento volontario con l’obiettivo di raggiungere le regioni del nord Italia o ancor più del nord-Europa.

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