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Riciclaggio, condannate due donne

  Era una storia processuale legata al riciclaggio di denaro scoperto nell’inchiesta sui falsi invalidi alla commissione medica provinciale, nome in codice “Rispetto”, il cui “motore principale” è stato riconosciuto l’ex impiegato Antonino Russo. Dopo il primo troncone d’inchiesta, la cui sentenza di primo grado s’è registrata nel dicembre scorso, erano infatti finite sotto processo la moglie e la figlia del Russo, la 64enne Anna Armelisasso e la 38enne Maria Russo, con l’accusa appunto di riciclaggio del denaro, attraverso l’acquisto di due abitazioni, proveniente dalle truffe realizzate dal Russo, nonché il costruttore Enzo Vinciullo, che rispondeva di favoreggiamento per alcune sue dichiarazioni “di copertura”della vendita dei sottotetti nel corso delle indagini. Le due donne sono state assistite dall’avvocato Giuseppe Carrabba, il costruttore Vinciullo dall’avvocato Isabella Barone. Al centro l’acquisto “mascherato” da cessione gratuita scoperto dalla Finanza di un paio di appartamenti con relativi sottotetti, uno in via Cappuccini e l’altro in via Torino.

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