Emergono altri dettagli dell'operazione Locusta, con cui la Squadra mobile di Messina ha assicurato alla giustizia cinque strozzini. Il primo prestito contratto dal falegname che dopo aver tentato il suicidio raccontò tutto agli investigatori risale al 2009. Si fece erogare 4mila euro, da restituire con somme pari a 1200 euro al mese per dieci mesi. Ma da quel momento piombò in un tunnel senza via d'uscita, richiedendo altro denaro ora all'uno ora all'altro dei cinque indagati, con tassi d'interesse da capogiro. I problemi dell'artigiano, come si evince dall'ordinanza firmata dal gip Antonino Genovese, iniziariono qualche anno prima. L'artigiano dovette assentarsi dall'attività lavorativa per due mesi, per motivi di salute, e il socio non pagò alcuni fornitori. Quei debiti diventarono presto un incubo. Il falegnale venne protestato per l'emissione di alcuni assegni senza copertura e i canali tradizionali delle forme di creditoro si chiusero per lui. Ecco, quindi, che si rivolse agli strozzini.
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