Il percorso è ormai tracciato. E a meno di colpi di scena, si può affermare che la decisione, il Comune, l’ha presa: Casa Serena non chiuderà. O perlomeno si sta procedendo passo dopo passo e con fermezza in quest’unica direzione. Rimangono delle perplessità, dentro la macchina amministrativa comunale, ma alla fine dovrebbe prevalere la linea dettata dal segretario generale - city manager Antonio Le Donne e che era stata “sponsorizzata”, a livello sindacale, dalla Cisl: la struttura rimarrà aperta con una agibilità ridotta (per meno di 50 anziani e senza alcun allettato) in contemporanea con l’esecuzione dei necessari lavori di messa in sicurezza. Perché un punto rimane fermo: la struttura, oggi, non è a norma. Non lo era un mese e mezzo fa, quando il dirigente ai Servizi sociali Giovanni Bruno (tra i più dubbiosi in questi giorni) firmò una durissima relazione che pareva un de profundis per Casa Serena, non lo è oggi. Lo sa anche Le Donne, che però, dopo giorni di riunioni, formali e non (anche con i vigili del fuoco), ha deciso che può bastare raccontare nero su bianco, in un documento squisitamente tecnico, quanti e quali progressi sono stati fatti dal 31 dicembre 2012 –quando in Prefettura si scongiurò per la prima volta la chiusura di Casa Serena –e quali interventi sono in corso o in cantiere per farne altri ancora, di progressi. Un percorso mirato a rendere la struttura per anziani di Casa Serena finalmente a norma. In questo documento verrà ribadito che i primi lavori hanno interessato le cisterne della rete idrante antincendio e le cosiddette porte “tagliafuoco”, che sono stati appena consegnati ulteriori lavori per circa 700 mila euro, durata 270 giorni, per le scale antincendio e la messa esterna delle caldaie e che verrà utilizzato il ribasso di 240 mila euro (oltre ad un “gruzzoletto” racimolato nelle maglie del bilancio) per intervenire anche sull’impianto elettrico.