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Ora il destino di Casa Serena è tutto nelle mani del Comune

Non ci sarà alcun assist esterno per agevolare il Comune nella decisione finale su Casa Serena. Almeno non ufficialmente. Nessuna autorità “terza” toglierà le castagne dal fuoco all’Amministrazione con un documento che attesti, nero su bianco, che sì, la soluzione dell’apertura a regime ridotto della struttura di Montepiselli, con i contemporanei lavori di messa in sicurezza, è possibile. Questa responsabilità dovrà prendersela il Comune e, nello specifico, i tecnici chiamati a pronunciarsi in merito.

La soluzione al vaglio

L’ipotesi su cui si sta lavorando e si sta giocando una partita tutta interna a Palazzo Zanca passa, prima di tutto, da una ulteriore proroga del servizio. Un punto, questo, che sembra suscitare non poche perplessità nel dirigente ai Servizi sociali Bruno, che proprio sulle continue proroghe che hanno caratterizzato i servizi sociali (non solo Casa Serena) pare sia stato ascoltato dalla Procura nei giorni scorsi. Una volta ottenuto più tempo, l’ipotesi è di aprire la struttura riducendo il numero degli anziani ospiti dagli attuali 58 a meno di 50 (percorso auspicato, nei giorni scorsi, dalla Cisl), in modo da rendere anche meno “rigidi”i requisiti di sicurezza. Gli ospiti che certamente non potrebbero rimanere in caso di lavori contemporanei sarebbero gli allettati, i primi dunque ad essere trasferiti. Parallelamente, verrebbe ridotto anche il numero dei lavoratori. Riduzione, quest’ultima, che avverrà in ogni caso perché, come ribadito dall’assessore Mantineo, «bisogna adeguare il personale di Casa Serena agli standard regionali».

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