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A Mangialupi la Moschea dell'integrazione

Dio grande e Mohamed suo profeta chiamano all’ora della preghiera. Recitano così questi versetti proclamati dal muezzin che è anche l’imam temporaneo. Abdelrahim, vestito con il kaftano islamico richiama i fedeli musulmani alla preghiera del venerdì. Dopo le abluzioni, segno di purezza rituale, in ginocchio sui tappeti in direzione La Mecca. A Messina e provincia sono circa 4000 i musulmani che per motivi di lavoro o di asilo politico si trovano a condividere usanze e cultura. E’ stato grazie all’Unione Comunità Islamica Italiana, che fa capo al principe Amer del Qatar, che è stato possibile a Messina acquistare nell’agosto 2011 questa villa della famiglia Garufi a Mangialupi con tanto di giardino e di dependance. Ad accoglierci il presidente della Comunità islamica a Messina, Mohamed Refaat, che ci mostra la struttura in attesa che si possa restaurare. Al piano di sotto tre ampi saloni. Tra stucchi e carte da parato, qualche rappresentazione del corano e qualche preghiera per ricordare che questo è un luogo sacro e bisogna entrare scalzi in segno di rispetto. Dopo i lavori ci spiega Mohamed questo sarà un salone unico diviso da archi che diventerà una vera e propria moschea. Al piano di sopra una volta completati i lavori si allestirà una biblioteca per la città e sarà organizzata una scuola culturale.  E’ un momento particolare quello che stiamo vivendo e con l’accoglienza dei profughi la città è chiamata a una prova di solidarietà senza precedenti. Le unioni nate con i messinesi hanno reso questi popoli ancora più radicati nel territorio. Oggi fervono i rapporti con prefettura, caritas, associazioni di volontariato e centri per minori, affinchè sia favorita al massimo l’integrazione culturale nel rispetto delle tradizioni. Ci inonda di libri e pubblicazioni Mohamed spiegandoci con un sorriso benevolo che gli islamici non sono terroristi.  

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