Due giorni di fuoco, durante i quali deve esserle sembrato di rivivere la storia delle tre buste. Quei famigerati tre nominativi da cui doveva poi essere scelto quello del candidato sindaco. Quel personaggio sbaragliante che, qualche mese prima, il presidente della Regione Crocetta aveva promesso ai messinesi. E ancora prima della tre buste, la scelta era caduta su di lei, ma durò solo per qualche giorno, perché il governatore chiedeva unità alla coalizione, evitando le primarie, poi anche il megafono dovette accettarle e non propose più nessuno. Negli ultimi due giorni sembrava stesse accadendo la stessa cosa: prima l’ufficiosità sulla sua nomina ad assessore regionale, quale sostituta, sempre in quota drs, dell’avv, Antonio Fiumfreddo, travolto dalle polemiche sulle presunte spese pazze da sovrintendente al teatro Bellini di Catania. Ma un’area dei democratici riformisti non voleva cedere e ieri sera sembrava andato in fumo anche questo nuovo incarico per la docente messinese. Poi stamattina il colpo di scena, le dimissioni del neo assessore ai beni culturali e quindi l’immediata decisione di Crocetta di non perdere altro tempo, dovendo fra l’altro presentare la nuova giunta all’Ars. Con la nomina di Giusi Furnari, il governatore salda due debiti morali, per l’alta esposizione mediatica a cui l’aveva sottoposta l’anno scorso e di riconoscenza per essere stata, con il circolo di cui è coordinatrice Libertà e Giustizia, la prima ad aver creduto nella sua rivoluzione e ad essersi schierata a favore della sua candidatura a presidente della regione. E’ anche una vittoria dei dr, nella cui quota rientra la professoressa, dopo che nei giorni scorsi, appena fuori dalla squadra il messinese Nino Bartolotta, il capogruppo dei democratici riformisti Beppe Picciolo aveva stigmatizzato l’esclusione della città dello stretto dal rimpasto. A Giusi Furnari, che dovrebbe mantenere la delega di Fiumefreddo ai beni culturali, adesso l’augurio che possa finalmente lavorare