Missione compiuta: disinnescata ieri mattina in meno di due ore e 25 minuti e fatta brillare alle 15, a Santo Stefano, la micidiale bomba d’aereo trovata in via Taormina ed imbottita di 220 chili di tritolo. Lascito tremendo, settant’anni dopo, delle tragedie e distruzioni della seconda guerra mondiale. Un’operazione di alta professionalità completata in una cava dai genieri della Brigata Aosta, in gran parte reduci dall’Afghanistan. Al contempo, Messina ha fatto un test di protezione civile di indubbio valore e dai risultati confortanti sotto il profilo del governo e dell’educazione alla prevenzione del rischio in una città difficile come Messina. Dall’avvio dei controlli, alle 5, sullo sgombero delle case, nel quadrilatero compreso tra la via Taormina, lo svincolo di Gazzi e le strade del rione (con i nodi di una parte vitale del Policlinico) alla partenza della bomba già disinnescata per S. Stefano sono passate meno di cinque ore. Nessun vero problema si è registrato mentre militari, tutte le forze dell’ordine ed uno straordinario volontariato messinese agivano e le ore passavano veloci: dallo sgombero nel buio di un’alba piovosa alla luce di aprile e al tepore di metà mattina. Insomma, è stata una prova utilissima in prospettiva, da tenere a mente per qualunque scenario emergenziale. Sono questi i tratti salienti della straordinaria domenica vissuta dagli artificieri del 4. reggimento “Genio di Palermo” della Brigata Aosta e dalla macchina istituzionale delle forze dell’ordine e del volontariato organizzato e coordinato dal Comune, che li ha supportati. E naturalmente dai 3161 messinesi che hanno vissuto in maniera ottimale l’esperienza dell’evacuazione, o del preventivo allontanamento volontario, la sera prima, da casa, per raggiungere parenti e amici.
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