Adesso è ufficiale: è guerra legale tra la Provincia di Messina e Sogas. Trovano conferma le nostre anticipazioni pubblicate a febbraio sulla richiesta di restituzione di alcune somme che sarebbero state corrisposte indebitamente, almeno secondo l'ente messinese, alla società che gestisce l'Aeroporto dello Stretto. E' il contenuto di una delibera firmata dal commissario Filippo Romano con i poteri della giunta provinciale, nella quale si segnala il versamento nel 2010 di un importo superiore ad un milone di euro «non dovuto ad alcun titolo». Da tale presupposto l'azione in giudizio al fine di ottenere la condanna di Sogas alla restituzione delle risorse economiche (oltre gli interessi maturati e maturandi e maggior danno dalla data del pagamento), dando incarico agli avvocati Salvatore Giambò, Fabio Svavara e Guido Barbaro.
La diffusione della notizia aveva generato la reazione stizzita di Sogas, la quale precisando di non avere ricevuto alcun atto di notifica, comunicò di stare valutando azioni di tutela della propria immagine considerato che la richiesta di risarcimento avrebbe potuto produrre «seri e pregiudizievoli danni tali da turbare e compromettere l’iter di privatizzazione parziale dello scalo attualmente in corso, nonché il rilascio del riconoscimento del regime di concessione totale da parte di Enac». Atti adesso trasmessi al destinatario, tutto vero. Così Sogas passa al contrattacco, manifestando da subito profonda delusione: «Vogliono farci fallire, forse sullo sfondo c'è il disegno della società unica aeroportuale e gli interessi legati al sogno dell’aviosuperficie di San Filippo sul Mela? - si è chiesto il presidente Carlo Alberto Porcino -. Un'opera pubblica, lo ricordiamo, per il cui studio di fattibilità lo stesso commissario Romano ha già appunto previsto nella sua programmazione di spendere circa trecentomila euro di soldi pubblici, anziché pagare i debiti che l’ente da lui rappresentato ha nei nostri confronti». Il riferimento è ai reclami avanzati dalla società che si occupa del “Tito Minniti” per il saldo degli ammanchi accumulati dai “cugini” messinesi, ma soprattutto all'intimazione del pagamento di circa 400 mila euro che pende sulla Provincia in forza del decreto ingiuntivo 1021/2012 del Tribunale di Reggio, divenuto esecutivo il 28 marzo 2013.
Per il momento alcun riferimento specifico alla querelle giudiziaria, lasciata ai legali che agiranno nelle sedi competenti dove verranno valutate la fondatezza delle ragioni reciproche delle parti. Ma il rappresentante dello scalo calabrese si lascia andare ad un commento sull'opportunità politico-strategica dell'azione legale: «Quasi come se il tanto invocato diritto alla continuità territoriale, quale presupposto per la città metropolitana dello Stretto, ad ottenere adeguati servizi aeroportuali non valesse più nulla, non interessasse più a nessuno, non riguardasse appunto, anche e soprattutto, i cittadini residenti a Messina e Provincia, Isole Eolie comprese. Con buona pace di tutte le svariate tavole rotonde, convegni ed eventi promossi, a vario titolo e su entrambe le sponde. Un'idea di facciata, dunque, valida solo a parole», ha concluso Porcino.
Qualche inghippo vi è sicuramente stato, se non altro sul piano della comunicazione, considerato che negli anni la Provincia ha sempre avuto propri rappresentanti all'interno del Cda, che difficilmente potevano non sapere di debiti e crediti in una o nell'altra direzione. Intanto per capire il futuro si attende l'assemblea dei soci Sogas che si terrà martedì prossimo. (E. Rigano)
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