Nuovo crollo dell’occupazione rispetto al 2012, aumentano le difficoltà per i giovani e le donne, primo calo nel terziario. Sono le prime considerazioni che emergono dal quarto studio della Cgil di Messina sullo stato dell’occupazione nel territorio illustrato oggi dal segretario generale Lillo Oceano. Il peggior risultato della crisi del 2013 a Messina sono i 13 mila occupati in meno rispetto all’anno precedente. Analizzando gli altri dati, si nota come fra il 2007 ed il 2013 il tasso di occupazione della provincia di Messina sia sceso dal 48,2% al 41,5%. Ed a soffrire di più sono soprattutto i giovani e le donne. Fra i 15 ed i 24 anni risultano occupati 6000 ragazzi in meno su una popolazione di 72 mila, dunque lavora solo 1 su 12. Nella stessa fascia d’età lavorano 2000 donne su 35 mila, praticamente una su 18. Molti gli ultra 50enni che perdono l’occupazione senza poter accedere a trattamenti previdenziali. E per la prima volta negli anni della crisi si registra il preoccupante calo nel terziario: ben 10 mila posti in meno. Un tracollo anche nell’edilizia, le imprese iscritte alla cassa edile sono passata dai 2835 del 2008 a 2399 del 2013.Ma il dato più preoccupante è quello dei disoccupati che nel 2013 a Messina schizzano a 51 mila dai 39 mila del 2012. Oltre 10 mila in più. Dall’analisi dei redditi si evince poi che il reddito medio dichiarato ai fini irpef è di 16 mila 66 euro contro una media nazionale di oltre 19 mila. La Cgil analizzando i numero dello studio elaborati attraverso proiezioni istat e di altri enti torna a rilanciare un pacchetto di proposte con al centro la vocazione e la potenzialità del territorio. “Non si può perder altro tempo” ha concluso il segretario della Cghil di Messina Oceano “Occorre mettere al centro il lavoro che deve essere la priorità ed elaborare una prospettiva di sviluppo per creare nuova occupazione”
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