Nuovo sequestro di atti ieri nella sede di MessinAmbiente. A bussare alla porta della società di via Dogali la polizia giudiziaria, che fino a sera inoltrata ha “spulciato” ed esaminato parecchia documentazione, portando via decine di fascicoli. Il motivo del “sopralluogo”, il primo dell’era Ciacci, si ricollegherebbe all’inchiesta aperta di recente dalla Procura sul presunto “buco” finanziario dell’azienda. Lo scorso mese di febbraio, come si ricorderà, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Roberta La Speme, hanno firmato un provvedimento con cui è stato disposto il sequestro al Comune di Messina di tutti gli atti e delle relazioni ispettive relativi alle irregolarità della società pubblica concessionaria dei servizi di pulizia nella città dello Stretto. Secondo le notizie emerse nelle scorse settimane, al vaglio dei magistrati ci sarebbero consulenze per oltre settecentomila euro, acquisti effettuati con procedure irregolari, contenziosi, nonché esposizioni col fisco per svariati milioni di euro. Sono gli atti che hanno prodotto la bocciatura dei consuntivi 2011 e 2012 da parte del Comune di Messina evidenziando un “buco” di 25 milioni di euro di perdite.
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