di Natalia La Rosa
Mentre c’è chi vorrebbe “declassare” l’importanza marittima dell’area dello Stretto, o comunque, in maniera ancora più localmente lesiva, determinarne una gestione eterodiretta, arriva un’ulteriore dimostrazione – qualora fosse necessaria – dell’importanza strategica di questo lembo di mare. Dopo un decennio, infatti, la Marina Militare ha deciso di tornare a scommettere sulla nostra città, annullando la decisione di sopprimere ciò che era rimasto del Distaccamento della zona falcata, e anzi rilanciando con l’assegnazione di una squadra di pattugliatori e il reimpiego di tutto il personale civile, che era ad un passo dal trasferimento ad Augusta. La decisione sarebbe – nulla di ufficiale è stato ancora infatti confermato – stata assunta direttamente dal capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che – si dice fra i dipendenti – pare sia stato a Messina di persona, ma in incognito, per valutare direttamente l’effettivo rilievo della base, di cui dunque ha riconosciuto l’importanza. E in attesa di una sua visita, che era stata già fissata a fine marzo ma è stata poi rimandata, ormai da diverse settimane nell’area militare della zona falcata c’è un gran fermento, concretizzatosi anche in interventi di recupero e riqualificazione strutturale. Nei giorni scorsi, la portata “storica” del nuovo percorso è stata illustrata direttamente dal responsabile del Comando Marittimo Sicilia di Augusta, l’ammiraglio Roberto Camerini, che ha discusso con le rappresentanze sindacali il reimpiego del personale. Un aspetto, questo, molto significativo per Messina: sembra sia infatti stato salvato l’intero contingente civile presente, e dunque i 200 dell’ex Maridist, del quale è stato mantenuto il comando in capo ad un ufficiale superiore – a ricoprire attualmente l’incarico è il capitano di vascello Santo Giacomo Legrottaglie – e i 43 dell’ex Marisicilia. Ad essi vanno aggiunti i dipendenti in forza agli altri due reparti, dipendenti sempre da Augusta, dei quali però non era in discussione l’attività e cioè i 40 di MariGenimil e i 60 di Marifari. Tornando alla riorganizzazione, essa comporterà la sostanziale trasformazione di Maridist, ente dipartimentale marittimo legato al comando di Augusta a sua volta dipendente da La Spezia, in un Nucleo logistico che supporterà la presenza della squadra di pattugliatori, appunto spostati da Augusta a Messina, dove già se ne trovano due con i relativi equipaggi. Ma in prospettiva le navi di stanza saranno quattro, con uno staff di quasi 200 militari dai quali chiaramente proverrà anche una globale richiesta di servizi sull’indotto locale. Un ciclo virtuoso indissolubilmente legato alla presenza di un’altra realtà che rappresenta per la città un vero e proprio vanto, l’Arsenale, il cui apporto logistico è stato indubbiamente un elemento determinante nella scelta di allocare nella falce una squadra navale bisognosa di un adeguato e competente contributo tecnico. Da un anno la struttura – appartenente all’Agenzia Industrie Difesa guidata dall’ing. Marco Airaghi – è stata affidata alla direzione del capitano di vascello Mauro Costa, e di certo la presenza al vertice di un militare in servizio va letta nell’ambito del rinnovato interesse da parte della Marina verso la struttura messinese. Positivo peraltro l’andamento degli ultimi dodici mesi, nei quali l’ente si è avvicinato sempre più al fondamentale obiettivo del pareggio di bilancio, assicurando rilevanti performance lavorative. E le garanzie di competenza e l’ottimo livello operativo delle maestranze hanno avuto di recente un’ulteriore conferma: negli ultimi giorni dal bacino di carenaggio della struttura militare è stata infatti ultimata la revisione di uno degli ex pattugliatori della Guardia Costiera, che ha già preso la via del Sudamerica dopo soli tre mesi di lavori, invece dei sei previsti. Spettacolari le operazioni di trasferimento del natante, 51 metri per 400 tonnellate, issato con funi a bordo di una nave da carico, la Big Lift, che lo ha poi condotto a destinazione. In corso attualmente gli interventi sull’altra imbarcazione gemella. Sostanzialmente conclusi, anche in questo caso a tempo di record, pure i lavori di revisione sul primo rimorchiatore che andrà ad aggiungersi alla flotta della Marina Militare, un’imbarcazione acquistata dall’Aid e affidata per l’adeguamento proprio alle maestranze messinesi. Ad esse, dunque, e alla città nel suo complesso è ora affidato il delicato compito di consolidare una decisione importante, quella appunto di rinforzare la presenza della marina militare in un bacino che di per sè riveste un ruolo cruciale, ma che di certo deve anche garantire un adeguato contesto, se ad esempio si punta ad ottenere l’assegnazione di un Comando o addirittura il ritorno dell’ammiragliato. E una proficua interlocuzione con le forze militari è auspicabile anche da parte dell’amministrazione comunale (ad esempio con l’obiettivo di rendere fruibile lo splendido Forte Ss. Salvatore) determinando una sinergia tra istituzioni che operano in ambiti completamente diversi, ma con lo stesso scopo, il bene pubblico. Un ulteriore motivo, dunque, per incrementare sempre più gli interventi logistici sulle infrastrutture della zona, finalmente oggetto degli attesi lavori affidati proprio dall’Autorità portuale, ma anche per procedere ad una generale opera di risanamento. Un’opera che la città intera attende e che deve fondarsi innanzitutto sul recupero dei preziosissimi beni architettonici della Real Cittadella, oggi derelitto ricovero per senzatetto mentre gli interventi di bonifica (condotti dal Comune) stentano.