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Autorità portuale,
un caso nazionale

 «Chiederò un incontro non solo con il ministro Lupi ma con il premier Renzi». Il sindaco di Messina Renato Accorinti, reduce dall’udienza in Vaticano, atterrato all’aeroporto di Reggio Calabria, si tuffa immediatamente tra le emergenze e le battaglie da portare avanti per tutelare gli interessi del nostro territorio. E quella riguardante il futuro del sistema portuale di Messina è una delle sfide sentite in via prioritaria da tutte le forze vive della città, come dimostra la mobilitazione di questi ultimi giorni contro il piano di accorpamento delle Autorità portuali, che prevede l’assorbimento dei ruoli e delle funzioni dell’attuale Authority nel nuovo Distretto Sicilia Orientale con sede a Catania. Sul tappeto non ci sono questioni campanilistiche ma il destino stesso dell’Area dello Stretto, che è stata ormai riconosciuta come realtà autonoma con la legge approvata dall’Assemblea regionale siciliana grazie alla quale non solo è stata istituita la Città metropolitana ma si è aperta la possibilità di stipulare accordi con lo Stato e con le Regioni della Sicilia e della Calabria in sintonia con la Città metropolitana di Reggio. In ballo ci sono centinaia di milioni che devono essere utilizzati per opere indispensabili sul piano trasportistico e infrastrutturale.

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