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Riequilibrio, ecco le
norme “salva Messina”

Si chiama Marco Causi, è palermitano, ha 58 anni, è docente di economia politica a Roma Tre. Ed è il deputato del Partito democratico che ha tirato fuori dai guai il Comune di Messina. Sono suoi gli emendamenti al decreto sulla Finanza locale, il cosiddetto “Salva-Roma”, che in realtà, adesso, salvano Messina. Emendamenti che sono stati approvati nella tardissima serata di giovedì, poco dopo mezzanotte, durante la seduta fiume della quinta e sesta commissione della Camera. Il testo del decreto, rivisto e corretto, approderà lunedì in aula per la definitiva approvazione.

Palazzo Zanca avrà altri quattro mesi di tempo, dunque, anche se il Piano è ormai pronto e quasi certamente l’Amministrazione presenterà prima il documento in aula. Gli emendamenti, però, sono stati più d’uno e con essi anche le novità importanti. Intanto, nelle more del nuovo Piano, «le procedure esecutive, intraprese nei confronti dell’ente, sono sospese». C’è di più: «Non sono ammessi atti di sequestro o di pignoramento». E ancora, «ai fini dell’accesso ai fondi del dl 35, si possono considerare validi anche i debiti inclusi nel Piano. Ma soprattutto sarà possibile «contrarre mutui necessari alla copertura di spese di investimento relative a progetto ed interventi che garantiscano l’ottenimento di risparmi di gestione funzionali al raggiungimento degli obiettivi fissati nel piano di riequilibrio».

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