La vicenda del secondo Palagiustizia ha assunto i contorni di una farsa con silenzi imbarazzanti, agguerrite corporazioni che condizionano le scelte, orientamenti che cambiano nell’arco di una giornata. Adesso perfino il ministro Alfano è stato investito del problema ma intanto, non succede nulla. Stanchi di assistere da anni al rimpallo di responsabilità ed alla ferrea volontà di non decidere un gruppo di lavoratori degli Uffici giudiziari di Messina ha deciso di passare al contrattacco. Intendono tutelare così il loro diritto a prestare servizio in locali adeguati e sicuri. Per farlo hanno presentato un esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo ed alla Sezione di Controllo sugli atti perché verifichi l’enorme sperpero di denaro pubblico in canoni per locazione di uffici giudiziari. Naturalmente la Corte avrà anche il compito di individuare le responsabilità per danno erariale.
Da oltre venti anni – lamentano i lavoratori di Palazzo Piacentini- l’amministrazione comunale di Messina, non è in grado di utilizzare un finanziamento di 17 milioni di euro destinato dal Ministero della Giustizia all’edilizia giudiziaria. La realizzazione del secondo palazzo di giustizia da anni ormai è la principale emergenza del settore.
I denunzianti affermano che non c’è più alcuna giustificazione all’attesa dopo la pronunzia della Corte di giustizia amministrativa, confermata a luglio anche dalla Cassazione, che ha fatto chiarezza sulla illegittimità della precedente procedura. E, intanto, Palazzo Zanca continua a spendere circa 1 milione e 800 mila euro per pagare gli affitti di uffici palesemente inadeguati ed in violazione delle norme in materia di igiene e sicurezza, come quelli del giudice del lavoro e del giudice di pace.
I lavoratori chiedono alla Corte dei Conti di accertare le responsabilità di Commissari e Sindaci che si sono succeduti al governo della città negli ultimi anni ma anche di Giunte e Consiglieri Comunali, di chi abbia fornito pareri tecnici e giuridici e chiunque, amministratore o funzionario, abbia contribuito nella determinazione di un enorme danno erariale.
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