Erano finiti sotto processo per il mancato versamento dell’Iva quando governavano la barca disastrata di MessinAmbiente, una barca perennemente senza molto denaro e in difficoltà economiche croniche. Ma era evidente che il mancato pagamento dell’Iva era dovuto essenzialmente ad un fatto ben preciso: casse quasi vuote, e necessità di impiegare il denaro arrivato molto “a singhiozzo”per altre incombenze, per esempio il pagamento degli stipendi dei lavoratori, per evitare in parecchie occasioni la paralisi del servizio di raccolta-rifiuti, minacciato dai lavoratori, senza emolumenti per mesi. Così l’ex amministratore unico, l’avvocato Nino Dalmazio e l’ex direttore generale, Armando Di Maria, sono stati assolti dal giudice monocratico Catia Bagnato con la formula «perché il fatto non sussiste», da due tipologie di reati fiscali che originariamente la Procura aveva contestato. Anche l’accusa, il vice procuratore Urso, aveva avanzato richiesta d’assoluzione, cui s’erano associati anche i difensori dei due ex amministratori, gli avvocati Giuseppe Carrabba e Giuseppe Forganni.
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