Otto milioni per Fondo Fucile, altri 2 e mezzo per Casa Nostra. Ora ci sono davvero. E presto potranno essere utilizzati per il risanamento. Che non significa solo buttare giù le baracche e costruire case popolari, ma anche e soprattutto creare aree verdi e spazi comuni. Parte da qui la nuova scommessa dell’amministrazione comunale che ha ottenuto finalmente i soldi che aspettava per intervenire in due zone particolarmente delicate della città. Ovviamente per ragioni diverse. A Fondo Fucile ci sono 750mila euro a disposizione per lo sbaraccamento totale e la completa bonifica dell’area. Ma ci sono soprattutto 7milioni e 400mila euro che serviranno per acquistare immobili già esistenti e metetrli a disposizione delle famiglie che oggi vivono nel rione. Sono circa cento, secondo l’ultimo censimento effettuato nella zona, datato 2002, ma considerato comunque attendibile, quantomeno rispetto al numero delle famiglie presenti.
Il meccanismo di acquisto è spiegato nel bando di gara, già disponibile sul sito del comune e all’ufficio risanamento. Chi ha un immobile da vendere, pronto all’uso nella zona può presentare la sua proposta, purchè la richiesta economica non superi i limiti imposti dalla legge – circa 1300 euro al metroquadro. Sulla base delle offerte, verrà stilata una graduatoria. In seconda battuta, in caso di necessità, verranno prese in esame anche gli immobili che non si trovano nelle vicinanze. L’obiettivo è riuscire ad acquistare tutte le case che servono per liberare completamente la zona e poter poi demolire le baracche, tutte insieme. Chi vive oggi a Fondo Fucile, potrà avere una casa in affitto con il canone sociale di 51 euro e 50 al mese.
Un passo importante è statio fatto anche per la bonifica dell’area in cui si trovano le palazzine abbandonate di Casa Nostra, a Tremonti.
La regione ha stanziato 2 milioni e mezzo, il comune conta di trovare gli altri 900mila euro che mancano per completare il finanziamento del progetto di demolizione degli edifici, bonifica dell’area e creazione di un parco. La strada tracciata è chiara. Inutile aggiungere altro cemento, meglio sfruttare quello che c’è già. E provare a restituire decoro e dignità a zone che da troppo tempo sono state dimenticate.