La bufera che si è abbattuta sul mondo della formazione professionale messinese non sembra placarsi. Anzi prende sempre più vigore dopo gli interrogatori di ieri e l’inizio della discussione alla Camera nella giunta per le autorizzazioni che dovrà decidere sulla richiesta d’arresto dell’on. Francantonio Genovese avanzata dalla Procura di Messina. Gli interrogatori, davanti al gip Giovanni De Marco, presente il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, iniziano a delineare l’articolata galassia della formazione con tutti i suoi incredibili retroscena. E se due fedelissimi di Genovese come Roberto Giunta e Domenico Fazio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, altri due si sono difesi. Ha risposto alle domande del gip, Salvatore La Macchia, già capo della segreteria particolare dell’ex assessore regionale alla formazione Mario Centorrino. La macchia, sentito per tre ore, non nasconde di avere subito pressioni dal gruppo Genovese ma poi spiega che le sollecitazioni politiche risono sempre stato e Francantonio Genovese era il suo riferimento. La macchia però respinge il ruolo di personaggio chiave e di vero gestore dell’Enfap, uno degli enti riconducibili al parlamentare del PD e rivendica esclusivamente un ruolo tecnico. Non era lui –ha detto- a compiere le scelte politiche che spettavano ad altri soggetti. Lui era un mero esecutore di ordini. Ha risposto al gip anche il commercialista Stefano Galletti, anche lui come La macchia finito ai domiciliari. Galletti nell’inchiesta è accusato di associazione a delinquere, peculato e truffa aggravata. Al giudice ha spiegato ieri alcuni passaggi importanti delle contabilità di enti e società come la Calaservice ed ha parlato dei suoi rapporti con altri indagati. Ed ora a Genovese non resta che attendere il verdetto della Giunta per le autorizzazioni. Ieri ha detto di trovarsi in un momento di grande difficoltà, che non rifarebbe molte delle cose fatte in questi anni a che è convinto ridimostrare le propria estraneità ai fatti. E mentre Crocetta gli lancia i suoi strali e spiega che voterebbe per il suo arresto il deputato del Nuovo centrodestra Garofalo va nel senso contrario in nome di un ferreo garantismo. Una dichiarazione che non è piaciuta ai giovani del suo partito. Il movimento Giovani idee ha preso le distanze da Garofalo e gli ha chiesto di fare un passo indietro. A Genovese invece un invito a rinunciare all’immunità parlamentare e a farsi processare come accadrebbe ad ogni comune cittadino.