C’era un «anomalo e vorticoso giro di fatture che ha interessato Genovese Francantonio e le società che al medesimo fanno pressoché univoco riferimento». Il “cuore” di tutte queste operazioni era la Caleservice srl, ovvero “l’azienda di famiglia”. All’indomani della richiesta d’arresto per il parlamentare del Pd Francantonio Genovese da parte della Procura di Messina, emergono molti altri particolari dall’ordinanza di custodia dell’inchiesta sulla formazione professionale. Ci sono per esempio agli atti alcune “decisioni” adottate a Palermo sul piano di dimensionamento scolastico regionale, che secondo l’accusa dimostrano tutto il “peso” esercitato da Genovese e dai suoi fedelissimi, in primis Salvatore Lamacchia, sull’assessorato regionale all’Istruzione. Emblematica la vicenda della fusione del Circolo didattico Ganzirri con l’Istituto comprensivo Petrarca. All’epoca l’assessore regionale Centorrino emanò un provvedimento che salvava quell’Istituto, prevedendo una soluzione differente. E dopo alcune polemiche l’assessore si dimise. Intanto, lo tsunami giudiziario suscita reazioni politiche e rischia di provocare effetti deflagranti all’interno del Pd messinese.
Dopo la notifica della richiesta di autorizzazione all’esecuzione di misura cautelare personale nei confronti dell’Onorevole Genovese e l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli altri 4 indagati, la Polizia di Stato di Messina e la Guardia di Finanza, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, hanno sequestrato disponibilità finanziarie per oltre 5.000.000 di euro.
Le somme oggetto di sequestro sono quelle custodite sui conti correnti intestati non solo ai soggetti destinatari delle misure restrittive, ma anche alle altre persone fisiche e società oggetto delle indagini.
Il provvedimento del G.I.P. è stato notificato ad oltre 30 istituti di credito presso i quali gli indagati hanno la disponibilità di circa 120 conti correnti.
Oltre all’On. Genovese, titolare di posizioni in più di dieci banche, nei cui confronti il sequestro ammonta a 733.659 euro, e alla moglie, SCHIRÒ Chiara, nei cui confronti è stato disposto il sequestro di 119.552 euro, anche lei titolare di oltre dieci conti, la misura reale ha riguardato le posizioni di GIUNTA Roberto, destinatario di un sequestro di somme di denaro per 333.003 euro; SAUTA Elio, nei confronti del quale è stato disposto il sequestro di 681.350 euro; SCHIRò Giovanna, a carico della quale è stato disposto il sequestro di somme per 74.495 euro; GALLETTI Stefano, destinatario di un sequestro di 307.000 euro; POZZI Giuseppina, nei cui confronti il sequestro riguarda somme di denaro per 354.350 euro; CANNAVò Concetta, destinataria di un sequestro di disponibilità monetarie per 95.430 euro, risultata, peraltro, titolare di rapporti con dieci istituti di credito; LO PRESTI Natale, a cui carico è stato disposto un sequestro di somme di 661.350 euro; FELICIOTTO Graziella, per la quale il sequestro ammonta a 20.000euro; CAPONE Carmelo e CAPONE Natale, destinatari di un sequestro per 53.000 euro ciascuno; DE GREGORIO Orazio, nei cui confronti la misura ammonta a7 1.250 euro; RINALDI Francesco, per il quale il sequestro concerne un importo di 81.920 euro; NATOLI Salvatore, destinatario di una misura per 307.000 euro.
Per quanto concerne le società utilizzate per far lievitare i costi poi rimborsati dalla Regione, la CENTRO SERVIZI 2000 S.r.l., è destinataria di un sequestro per 235.424 euro; per la SICILIA SERVICE S.r.l., il provvedimento ha ad oggetto 307.000 euro; a carico della NA.PI. SERVICE S.r.l. il sequestro ammonta a 354.350 euro e per la CALESERVICE S.r.l. a 235.424 euro.
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