Casa Serena non deve chiudere. Se lo dicono in tanti ma, per evitare la chiusura adesso serve che agli ai pegni seguano i fatti. Quelli di tutti. Dell’amministrazione comunale, dei sindacati, ma anche e soprattutto dellaRegione siciliana.
Domani alla riunione per evitare la chiusura di casa serena parteciperanno i sindacati e l’amministrazione. Un tavolo sul quale finirà la relazione del dirigente dei servizi sociali, Bruno, l’appalto per la prima tranche di lavori da 800 000 euro, e la relazione dei vigili del fuoco sulla sicurezza.
In base alle indicazioni del dipartimento ci sono due motivi per i quali l’allarme della chiusura suona alto in città . Quello della scadenza del servizio, prevista per il 31 marzo, e quello strutturale perché i lavori tardano a cominciare.
Su quest’ultimo aspetto oggi è si aperto uno spiraglio di luce.
Finalmente è arrivato il certificato antimafia dell’azienda che ha vinto un paio di mesi fa l’appalto utile alla messa in sicurezza minima della struttura di Montepiselli.
Adesso, dopo un’attesa che di certo non ha giovato alla soluzione della vicenda, il contratto potrà essere firmato ed i lavori partire. Finora sono cominciati solo quelli per le caldaie per un valore di circa 80 mila euro.
Ma senza il grosso delle opere pensare ad un proseguimento delle attività appare utopico.
Per quanto riguarda il servizio invece la soluzione che porterà l’assessore Mantineo e al tavolo di domani potrebbe essere non tanto quello della proroga ma di un riaffidamento.
La pregiudiziale però potrebbe essere quella della rivalutazione dei costi di questo servizio che in strutture esterne costa due volte e mezzo in meno rispetto a Casa Serena.
Un mese di servizio, tutto compreso, nella storica casa d’accoglienza, costa 250 mila euro. 60 in questo momento i degenti, mentre part time da mesi lavorano 104 persone che domani sperano che più serena sia anche la loro vita.