Sono entrati ufficialmente in quella che sarà la nuova fabbrica e adesso non vedono l’ora di rimettersi al lavoro. Ma prima di produrre la prima bottiglia di birra, saranno loro stessi a rimettere in sesto i due capannoni dei quali stamani hanno ricevuto le chiavi al termine di un incontro con un componente del consiglio di amministrazione dell’istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive. Ipotizzano sei mesi di tempo per poter partire con la produzione di questo nuovo prodotto che in realtà è quello che per anni diverse di generazioni di messinesi hanno consumato. Una birra, quindi, torna ad essere prodotta in città, da un gruppo di messinesi superstiti delle esperienze con Birra Messina, ora prodotta in Puglia, e Triscele, che ha definitivamente chiuso i battenti dello stabilimento di via Bonino. Nei capannoni 4 e 10 dell’area di sviluppo industriale di Larderia c’è tanto da fare prima che le macchine possano rimettersi in moto. Si tratta di edifici che erano adibiti a tutt’altro genere di attività e che quindi vanno trasformati in base alle leggi vigenti in materia di stabilimenti alimentari. Innanzitutto, la pavimentazione, opera che richiederà un paio di mesi. Contemporaneamente dovranno essere effettuati degli interventi alla copertura per l’eliminazione di qualche lastra di eternit. I 16 componenti della cooperativa sono armati di tanta buona volontà e in quest’impresa sanno anche di avere gran parte della città dalla loro. Al capitale iniziale, frutto di risparmi e sacrifici, si aggiungono in questa prima fase, le risorse del fondo cooperative. Per l’acquisto dei macchinari si punta alla nuova legge Sabatini prevista con il decreto del Fare, finalizzata ad incentivare la crescita agevolando l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese. Entro il 31 marzo dovrà essere presentata la domanda di accesso ai finanziamenti. Anche il comune di Messina dovrà fare la sua parte ed ha già fatto sapere al gruppo che metterà a disposizione uno sportello per snellire quanto più possibile l’iter burocratico. Insomma, a settembre la birra prodotta in città, della quale presto conosceremo la denominazione ufficiale, potrebbe essere sulle tavole dei messinesi. E’ bastato l’annuncio, dato dagli interessati venerdì scorso a Punto Franco, per far scatenare un grande interesse intorno a questa operazione. Argomento di larga diffusione sui social network dove stando a quanto scrivono, in tanti promettono di tornare a bere la birra prodotta a Messina.