Molti ne fanno una questione di civiltà, di riappropriazione degli spazi, prima terra delle automobili e ora delle persone. Per alcuni l’isola pedonale è stata anche occasione “per scoprire nuovi negozi”. Non c’è solo il fronte della protesta. In tanti ieri hanno manifestato il loro consenso per un’iniziativa che, a loro avviso, andrebbe rafforzata e valorizzata. Tra i commercianti favorevoli, vi sono quelli che sostengono che le cause della crisi non vanno addebitate all’isola pedonale: «Magari fosse così, si riaprono le strade e le vendite ricominciano a salire – osserva con ironia Vincenzo Quadarella che insieme con Auretta Sterrantino gestisce la libreria Mondolibri di via Ettore Lombardo Pellegrino –, perché no all’isola pedonale?, mi chiedo, e non comprendo il motivo per cui molti negozi fuori dal quadrilatero interessato, dove il transito e la sosta sono consentiti, abbiano aderito alla manifestazione abbassando le saracinesche dei negozi. Credo sia un errore grossolano imputare all’isola una crisi economica che ha ben altre ragioni. La considero invece un’opportunità per tutti, commercianti e cittadini, enormi i vantaggi in termini di vivibilità, tranquillità e poi tante possono essere le iniziative da organizzare sfruttando anche la primavera in arrivo». Quadrella ha appeso fuori dal suo negozio un cartello con su scritto “Sì isola”, nella via dove risiede il suo negozio i “no” sono diversi, «ma ci sono stati anche tanti passanti, residenti nelle strade adiacenti che mi hanno fatto i complimenti per il cartello – aggiunge – i clienti abituali poi tornano, e ce ne sono anche di nuovi, attirati dall’isola pedonale». La pensa allo stesso modo il signor Letterio Bonanno, che gestisce da vent’anni un bar in via dei Mille: «Qualcuno l’avrò pure perso, ma altri li ho guadagnati – riferisce – in ogni caso due mesi sono troppo pochi per fare un bilancio, aspettiamone almeno sei di sperimentazione e poi vediamo cosa succede».