Lo si può chiamare impianto di biostabilizzazione. O se si preferisce piattaforma per la gestione dei rifiuti. Ma per le associazioni ambientaliste ciò che sorgerà a Pace nei prossimi mesi sarà una vera e propria discarica. Una discarica, questa è l’accusa mossa più volte, che verrà realizzata in piena Zona a protezione sociale, quindi teoricamente protetta. E, quel che viene visto come aspetto più paradossale, a mettere il “cappello” su questa operazione sarà l’amministrazione comunale sulla carta più ambientalista di tutte, quella guidata dal sindaco Accorinti e che come assessore al ramo ha uno dei leader storici di Legambiente a Messina, Daniele Ialacqua. Che ha avuto un bel da fare a spiegare che quella non è una vera e propria discarica e che questo impianto di biostabilizzazione avrà un ruolo chiave in quella che dovrà essere una gestione più virtuosa dei rifiuti. Le associazioni Man, Italia Nostra e Wwf vanno avanti nel proprio “no” e lo fanno proprio mentre l’iter del bando di gara europeo va avanti. Mercoledì si sono chiusi i termini per la presentazione delle offerte. Ne sarebbero arrivate diverse, tra queste anche quella di TirrenoAmbiente, la società che gestisce la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea e con la quale il Comune sta cercando di riallacciare i rapporti, per abbandonare la più costosa discarica di Motta Sant’Anastasia, nel catanese. Le associazioni ambientaliste, dunque, non fanno un passo indietro. E hanno presentato una serie di diffide formali. La prima al ministero dell’Ambiente, al quale si chiede di sospendere in autotutela il parere reso nel luglio 2012 al piano regionale dei rifiuti; la seconda alla Regione, per revocare la procedura Vas (Valutazione ambientale strategica) e per rifare il rapporto ambientale. La richiesta principale: lo stop immediato di gara per l’impianto di Pace, ma anche per quello di Gela. La dettagliata nota, oltre che al Ministero e alla Regione, è stata inviata al Noe (Nucleo operativo ecologico dei carabinieri) di Roma.