Ventitré milioni all’Aram. Tre milioni alla Lumen. Sedici milioni all’Ancol. Tutto questo «dal 2006 in poi». E poi «i contratti fotocopia », i fitti e i subaffitti, i noleggi di beni, le «maggiorazioni di prezzo», oppure più operazioni «sullo stesso cespite immobiliare», e ancora una ragnatela impressionante di società ed enti, in alcuni casi «riconducibili a Genovese Francantonio». Erano quasi le 18, ieri, quando la prima vera udienza del processo “Corsi d’oro” sulla formazione professionale s’è conclusa, una lunga pagina giudiziaria divisa in due, come le deposizioni “fiume” tra la mattina e il pomeriggio per alcuni dei consulenti che in questi mesi hanno lavorato per la Procura, nel tentativo di disegnare la ragnatela degli enti e dei “sotto-enti” percettori di milioni di euro da parte della Regione Siciliana. In mattinata le risposte del commercialista reggino Giuseppe Barreca, nel pomeriggio quelle dell’esperto in stime immobiliari Dario Megna sulla congruità dei canoni d’affitto. In mezzo le decine di domande del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, per condurre il discorso processuale sul “particolare”, lasciando da parte il “g e n erale” che ormai appartiene all’inchiesta e agli arresti eccellenti del luglio scorso.