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Università, bilancio
previsionale da 335 mln

335 milioni di euro. Un numero che da solo rende l’idea di quanto sia importante il bilancio previsionale 2014 dell’Università. La parola chiave, però, è un’altra. Prudenza. Perché all’insegna della prudenza sono le previsioni di entrata. Arrotondate per difetto, con l’obiettivo di non trovarsi con spese scoperte e la speranza di aumentarle nel corso dell’anno.Il previsionale 2014 parte da un dato sicuramente importante: rispetto allo scorso anno il calo di iscrizioni all’Università di Messina è stato quasi nullo, a differenza degli altri Atenei italiani.

La conferma degli iscritti dello scorso anno ha permesso di predisporre un bilancio che ha mantenuto sostanzialmente invariati i servizi principali e ha in più permesso di potenziarne alcuni, dalle biblioteche alla pulizia. Tra gli obiettivi c’è la lotta all’evasione delle tasse, che oggi raggiunge il 20 percento, ma anche in questo caso si è scelta la prudenza nelle stime. C’è spazio, naturalmente, per i progetti di ricerca strategici, per cui sono stati previsti 25 milioni di spesa, a cui potrebbero aggiungersi altre somme reperite attraverso finanziamenti nuovi. Tra le buone notizie, c’è l’azzeramento delle spese per gli affitti. L’ultimo, al San Luigi, terminerà in estate. I 200mila euro previsti per il 2014 saranno gli ultimi soldi che il nostro Ateneo pagherà. A margine della conferenza si è parlato anche del corso di Medicina Veterinaria che era a rischio e che invece andrà avanti, anche se non si sa ancora con quanti posti. Molto valore è stato attribuito all’internazionalizzazione dell’Università, che prevede investimenti costanti nei prossimi tre anni e per la quale già da quest’anno sarà speso un milione e 200 mila euro.

La voce più importante, però, è quella del personale. In tutto saranno spesi 136milioni e 400mila euro. Somma ripartita tra i circa 2500 dipendenti. Un numero che rende l’idea del valore che l’Università ha per la città. E dell’importanza di mettere a posto i conti e garantire un futuro a una realtà che, senza nulla togliere al valore istituzionale, rappresenta uno dei principali bacini occupazionali della città. Non un dettaglio, in un momento in cui la crisi sta cancellando lavoro e risorse ovunque.

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