Messina

Sabato 23 Novembre 2024

Provvy Grassi, disposti
rilievi aggiuntivi

 Tutt’altro che conclusi i rilievi della Procura e quelli di parte per far luce sulla morte di Provvidenza. Importanti novità sono state annunciate ieri sera, nel corso della trasmissione “Punto franco, condotta da Rosario Pasciuto e dal direttore di Rtp Lucio D’Amico. L’avvocato Giuseppina Iaria, affiancata dal papà di Provvy, Giovanni Grassi, ha comunicato che il 2 marzo riprenderà l’autopsia sui resti della ventisettenne, rinvenuti sotto il viadotto autostradale Bordonaro lo scorso 23 gennaio. Il prolungarsi delle operazioni testimonia la complessità delle operazioni e non consente ancora ai parenti di dare degna sepoltura alla loro cara. Qualche giorno dopo, il 7, i periti torneranno sul luogo in cui sono stati rinvenuti automobile e cadavere e sul tratto della tangenziale da cui sarebbe “volata” la Fiat Seicento. In particolare, come spiegato ieri sera dal legale della famiglia Grassi, saranno ultimate delle misurazioni già avviate la mattina del 9 febbraio, quando fu necessaria la chiusura dell’arteria in direzione Catania tra gli svincoli di Messina Centro e Gazzi. Durante la puntata, sono stati affrontati tanti altri aspetti legati alla tragedia. Prima di tutto, l’a v v o c ato Iaria ha confermato che ha già presentato denuncia- querela nei confronti di Giovanni Scivolone, il quale, alcune settimane fa, ha dichiarato di aver sentito, la notte del 10 luglio, alle 2.23, una lunga frenata, una violenta botta e il rumore di alberi che si spezzavano. «In seguito a quella testimonianza – ha spiegato il legale davanti alle telecamere di Rtp – ci siamo recati a Bordonaro e abbiamo verificato la veridicità di ciò che ha detto il signor Scivolone. Bene, molte persone che abitano a pochi metri dalla galleria e dal viadotto hanno affermato di non aver sentito nulla quella notte. La loro versione dei fatti è stata allegata alla denuncia». Ma la difesa non si è fermata qui. Nel frattempo, ha chiesto non meglio precisati dati e informazioni ad alcune pubbliche amministrazioni, con l’obiettivo di sciogliere alcuni degli innumerevoli buchi neri che avvolgono la vicenda. Dal canto suo, Giovanni Grassi, ha ribadito di pretendere giustizia e ha contestato il modo in cui finora sono state condotte le indagini: «Ho già chiesto al presidente Giorgio Napolitano di ricevermi. Farò questo appello altre 50 volte, finché la mia istanza non sarà accolta». Ai giornalisti presenti in studio, la professionista del foro di Reggio Calabria ha ribadito con forza di non credere all’ipotesi dell’i n c i d e nte stradale: «È giusto dire che si tratta di una pista privilegiata, ma non che sia l’unica». E sull’argomento, con molto trasporto emotivo, il padre di Provvy ha sottolineato di avere «un’idea ben precisa di come sono andate le cose», ma che le espliciterà «nel momento opportuno». Quindi, reiterata la richiesta di assegnare il fascicolo ad altra Procura.

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