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Case di riposo private
Il Comune torna a
chiedere la chiusura

 Due anni dopo l’ultimo capitolo di una lunga querelle, quella sulle case di riposo a rischio chiusura, ecco che la vicenda si riapre. E quell’incubo chiusura ripiomba sui titolari di ben dieci strutture per anziani. Il giorno di San Valentino, infatti, il dirigente ai Servizi sociali Giovanni Bruno ha firmato la determina con cui viene reiterata «l’inibizione all’attività delle strutture socio- assistenziali per anziani» che vengono elencate nel documento stesso. Sono dieci e a tutte erano già stati notificati provvedimenti della stessa natura – in alcuni casi anche più di una volta – tra il 2010 ed il 2012. In una circostanza addirittura la prima determina di cancellazione dall’albo risale al 12 novembre 2003. Il Comune aveva provveduto a inviare alla sezione di polizia annonaria della polizia municipale richieste di accertamento per ognuna delle strutture e la polizia municipale aveva dato riscontro con altrettante note da cui si evinceva «che le suddette strutture esercitano l’attività di casa di riposo nonostante i provvedimenti di inibizione attività e senza aver presentato allo Sportello unico attività produttive del Comune la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività)». Da qui il provvedimento di Bruno, che ha disposto anche che «i titolari e legali rappresentanti delle strutture comunichino ai parenti o ai tutori degli ospiti anziani che la casa di riposo è inidonea e provvedano, entro 20 giorni dall’avvenuta notifica, al loro trasferimento presso le famiglie di appartenenza o altre strutture, dotate dei requisiti di legge». Sarà nuovamente la polizia municipale a notificare il tutto.  

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