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Nuova società Tourist:
il “no”della Cgil

  La notizia c’è anche se nessuno la conferma e, soprattutto, si tratta ancora di un’ipotesi. Molto concreta. Così come lo sono le prime reazioni a cominciare dalla Cgil, uno dei sindacati firmatari di contratto con Caronte& Tourist ed, all’esterno del “tavolo”, dall’Orsa. La possibilità che la prima società di traghettamento dello Stretto di Messina, la Caronte& Tourist, faccia ricorso – per corse aggiuntive richieste dalla riattivazione piena degli approdi di Tremestieri –a nuove unità di personale assunte tramite una nuova società, ipotesi già ventilata in un incontro con i sindacati, non piace proprio alla Filt-Cgil che s’è detta pronta allo sciopero. In occasione di quell’incontro l’ipotesi di neo assunti sulla base del contratto collettivo nazionale era venuta fuori per l’immediato scontro divampato sulle ulteriori norme contrattuali da applicare qualora si ricorresse, appunto per il “lavoro in più”, al personale già in dotazione. Da noi e da altri interpellato, l’amministratore delegato della Caronte&Tourist, l’ing. Vincenzo Franza non conferma né smentisce, preferisce al momento opporre ai sindacati un laconico “no comment”. La notizia ha suscitato la veemente reazione della Filt-Cgil che ha scritto una lettera aperta indirizzata tanto alla società Caronte& Tourist quanto al prefetto Stefano Trotta. Viene dichiarato lo stato di agitazione del personale con avvio delle procedure di raffreddamento. «Se questa notizia dovesse trovare spiacevole conferma – avverte Giovanna Caridi, segretario generale della Filt – ci troveremmo di fronte al gravissimo tentativo di Caronte e Tourist di sottrarsi agli obblighi che gli derivano dal contratto collettivo nazionale di lavoro, e da anni di contrattazione, attraverso la creazione di una società doppione. Una società nuova di zecca che non si trascini dietro i costi di un contratto aziendale, ancora tutto da costruire, e che di conseguenza sia libera di retribuire i marittimi, così nuovi assunti, al solo costo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Tale neonata società non farebbe che ripetere l’esperienza di Bluferries e consentire anche a Caronte e Tourist ciò che quella società, nata solo nel 2011, ha permesso ad Rfi: ovvero comprimere diritti e salari dei lavoratori mantenendo inalterati concessioni, servizi e tariffe». L’affondo: «Proprio quando la trattativa per il contratto aziendale era ripresa, e sulla scorta delle voci di un’imminente svendita di Bluferries, rilanciate costituendo una nuova società che ne imiti le gesta e che serva anche per ridurre le pretese dei lavoratori secondo il classico “O accetti la nostra proposta o sposto i servizi ad un’altra società». La Cgil invita, dunque, «a smentire queste voci, a rinnovare il contratto aziendale e a non innescare in questo delicatissimo momento un altro focolaio di proteste in città». Sulla possibilità della “società doppione” va giù duro anche il sindacato Orsa che lancia l’appello: «Se i marittimi dello Stretto non riusciranno a compattarsi in tempi brevissimi, in una lotta senza esclusione di colpi – premette il segretario Mariano Massaro – gli armatori completeranno il progetto di deregulation e precarizzazione del settore, con i lavoratori che faranno a gara per rinunciare ai diritti e a dimezzarsi i salari pur di lavorare. Quindi l’accusa durissima: Dietro il cinico “no comment” di Caronte&Tourist, la nuova società che agirà nello Stretto, si cela la balcanizzazione della navigazione che, attraverso la frammentazione scientifica del settore, porterà al paradiso dello sfruttamento dove gli armatori si faranno concorrenza solo attraverso i tagli al costo del lavoro, alla sicurezza e alla qualità del servizio». Per una volta, però, va annotato che il fronte di rovente polemica non riguarda direttamente posti a rischio ma, anzi, la chance di nuovi giorni di lavoro. Ciò testimonia anche che l’incessante spirale negativa di diminuzione dei flussi di traghettamento (il – 22 per cento globale del 2013) pare attenuata in questo primo scorcio del 2014. Arriva in questa direzione, nello specifico per l’Autostrada del mare Messina-Salermo, una notizia davvero positiva. Un aumento d’imbarco-sbarco, rispetto al primo bimestre 2013, che oscilla tra il 7 e l’8 per cento. Ad originarlo, però, non l’auspicata (e lenta) ripresa del “sistema Italia” ma il fattore contingente della rinuncia di Grimaldi alla nave prima impiegata sulla rotta Augusta-Salerno. Ma, pur così motivata, per i lavoratori Cartour a Messina (circa 200) sembra una vera boccata d’ossigeno, in termini di sicurezza.

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